Sahara palermitano

Se si considera che siamo solo a febbraio, direi che l’eccezionale ondata di caldo che, in questi giorni, sta letteralmente “affossando” la città, è da considerarsi “fine a se stessa” e, si spera, poco “presagevole” per l’estate che verrà.

Anche per i palermitani stessi non è carino svegliarsi alle sette del mattino e trovare, già, venticinque gradi, oltre ad una giornata grigia, pesante, ventosa: insomma, come inizio di giornata non c’è davvero male!

La giornata prosegue, lenta, quasi come si fosse nel deserto, che sembra non passare mai: il grigiore diventa torpore, voglia di spararsi un ventilatore in faccia. La gola è secca, e la sete non passa: tenti di affacciarti alla finestra per trovare un pò di sollievo. Macchè, speranza fallace.

Monte Pellegrino, all’orizzonte, sparisce dietro quella fitta cappa di umidità che si erge, possente, sulla città, perdendosi a vista d’occhio fin dove lo sguardo umano può scorgere: diventa sempre maggiore la voglia di una Coca Cola fresca, a refrigerare da quel caldo così appiccicoso.

Finalmente arriva la sera: è tempo di prendere il cammello e tornare a casa…

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