Sofferenze silenziose

Sofferenze silenziose

Sofferenze silenziose, che nascono quando avresti tante e troppe cose da dire, ma non ti resta altro che chiuderti nel più dignitosi dei silenzi…

Sofferenze silenziose, che ti prendono quando vedi il mondo, intorno a te, che corre e si realizza, che concretizza sentimenti e passioni, mentre rimani ad osservare, impietrito, la costante routine di chi ha, veramente, realizzato i propri sogni d’amore, mentre tu rimani con le briciole del cuore che t’è rimasto, ed osservi, silenziosamente, perché hai perso anche le ultime parole, distrutte dallo sdegno che il tempo sembra aver portato con se…

…Per carità, non è certo invidia necessità di uniformarsi agli stereotipi, niente di tutto questo: si tratta di una vera, silenziosa, profonda sofferenza che nasce dalle mancanze, dalla solitudine, dalle parole che vorresti dire e non puoi, da quelle che ti fremono dentro e che nessuno ascolta ed ascolterà, mentre rimani con il tuo pesantissimo fardello di sofferenze ad osservare un gigantesco nulla tutto intorno, sperando che qualcosa cambi, ma che in realtà, purtroppo, non cambia mai…

E’ una vera sofferenza, che diventa maggiore quando ti accorgi che non sembra esserci una via di fuga a tutto questo, senza nessuna via di scampo per cercare di andare via, per cercare di avere, nuovamente, una speranza vera da stringere e da non lasciare mai più, oppure, più semplicemente, un amore vero e corrisposto che resti con noi per sempre, che viva in ogni angolo della casa, che spazzi via i silenzi e le paure, che riempa le mani vuote che non hanno altre mani da stringere.

Il primigenio bisogno di amare resta, imperterrito ed impietrito, ad osservare questo tempo che se ne va, questo mondo che continua a correre mentre scorre, lenta, l’indifferenza degli altri occhi e degli altri cuori. Come quando vorresti urlare ma non hai più voce…

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