Svendere il cuore

Svendere il cuore

Svendere il cuore, come se lo si prostituisse al miglior offerente. Sembra la cosa più giusta da fare, certe volte, ma non ne vale affatto la pena!

Svendere il cuore, nemmeno che fosse una prostituta che vende i propri servizi al miglior offerente: svendere e svilire noi stessi, offrendoci, accontentandoci, come se non ci fosse niente di meglio da fare. Perché, poi? Per paura del tempo che passa? Per paura di restare soli? Perché? Per non soffrire? Ditemelo il perchè!

Quale senso può avere svendersi ad una donna – ma anche ad un uomo – soltanto per paura del tempo che passa e ci vede costantemente soli?

Per carità, nessuno dice ne che sia bello ne che sia piacevole, ci mancherebbe anche questo, ma sicuramente svendersi non è la soluzione, come se tutto questo avesse un senso, come se tutto questo fosse la soluzione… Ma non è così per niente: sembra facile accontentarsi, lasciare che il tempo passi, far finta che tutto vada come deve andare, vivere la vita modestamente, senza mai lamentarsi, come se si fosse consapevoli che non si può auspicare ad altro che a questo. Ma perché?

Perché dobbiamo sempre accontentarci? Perché dobbiamo sempre essere quelli che non si lamentano, quelli che hanno “le massime pretese” e, invece, dovrebbero accontentarsi di quel poco che hanno o che la vita gli offre, perché tanto c’è chi non ha nemmeno quello. Ma dove sta scritto? Qualcuno me lo dica, qualcuno me lo dimostri perché, certe volte, mi viene voglia di urlare e di incazzarmi come, forse, non ho mai fatto davvero. E credo che questo sia stato proprio l’errore…

…E’ come se mi rendessi conto che sto perdendo la pazienza: come se tutto questo mi cominci a stare stretto, e forse è realmente così. Arriverà un giorno in cui manderò tutti a fanculo, e forse sarà il giorno che troverò un vero equilibrio personale!

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