Un pomeriggio in compagnia di un vecchio amico

Bastano pochi minuti di un pomeriggio di primavera , uno dei primi pomeriggi con il ole caldo e il profumo dei fiori nell’aria , per renderti conto di quanto tempo sia passato senza quasi che tu te ne sia reso conto : e me ne sono reso conto proprio in uno di questi pomeriggi , nel primo di questi pomeriggi di primavera , quando ho trascorso un pò di tempo insieme a te , caro amico d’un tempo !
Ti ricordi quanti ricordi sui banchi di scuola : le risate e i primi esami , le prime cotte e i compiti in classe , tra i disegni dei cartelloni appesi sui muri , mentre dietro di noi filtravano i raggi dalla grande vetrata che riempiva di luce e riflessi quella stanza .
Qualche volta ci vediamo , di sfuggita , e qualche volta torno in quei luoghi , ma oggi è stato bello poter parlare di noi , di come eravamo e di come siamo , di ciò che è cambiato e di ciò che è stato , delle risate , di coloro che erano insieme a noi e incontriamo ancora , e chi , invece , non vediamo più , perso chissà dove nei meandri delle nostre vite .
Amico d’un tempo , il tuo spirito è sempre rimasto tale , come i tuoi complimenti : mi dici sempre che sono stato il migliore , e che lo sono ancora , e conoscendoti sono convinto che lo dici con sincerità , perchè lo sei sempre stato !

Sono le piccole cose come queste che ti mettono addosso la voglia di sorridere , e perderti nelle cose semplici , nel profumo dei fiori nell’aria , nel caldo d’un pomeriggio , nei sorrisi e nelle battute … E credimi , non c’è nulla di più bello !

11 Commenti

  1. Che bello, come ai vecchi tempi! Io te Otto e Viola!!! Un caffè prima del lavoro???

    Vedo che anche questo tuo bar cambia continuamente, come le stagioni che si avvicendano … bella la testata con i fiori gialli e le farfalline svolazzanti!!! Beh visto il post, ti voglio dedicare questa canzone, che mi è venuta in mente leggendo. Buona giornata!!!

    Davanti alla scuola tanta gente

    otto e venti, prima campana

    “e spegni quella sigaretta”

    e migliaia di gambe e di occhiali

    di corsa sulle scale.

    Le otto e mezza tutti in piedi

    il presidente, la croce e il professore

    che ti legge sempre la stessa storia

    sullo stesso libro, nello stesso modo,

    con le stesse parole da quarant’anni di onesta professione.

    Ma le domande non hanno mai avuto

    una risposta chiara.

    E la Divina Commedia, sempre più commedia

    al punto che ancora oggi io non so

    se Dante era un uomo libero, un fallito o un servo di partito.

    Ma Paolo e Francesca, quelli io me li ricordo bene

    perché, ditemi, chi non si è mai innamorato

    di quella del primo banco,

    la più carina, la più cretina,

    cretino tu, che rideva sempre

    proprio quando il tuo amore aveva le stesse parole,

    gli stessi respiri del libro che leggevi di nascosto

    sotto il banco.

    Mezzogiorno, tutto scompare,

    “avanti! tutti al bar”.

    Dove Nietsche e Marx si davano la mano

    e parlavano insieme dell’ultima festa

    e del vestito nuovo, fatto apposta

    e sempre di quella ragazza che filava tutti (meno che te)

    e le assemblee e i cineforum i dibattiti

    mai concessi allora

    e le fughe vigliacche davanti al cancello

    e le botte nel cortile e nel corridoio,

    primi vagiti di un ’68

    ancora lungo da venire e troppo breve, da dimenticare!

    E il tuo impegno che cresceva sempre più forte in te…

    “Compagno di scuola, compagno di niente

    ti sei salvato dal fumo delle barricate?

    Compagno di scuola, compagno per niente

    ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?

    Compagno di scuola

    Antonello Venditti

    A. Venditti (1975)

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