Una persona assente non è una persona giustificabile, ed è semplicemente inutile cercare giustificazioni laddove non ci sono…
Una persona assente non è una persona giustificabile: il resto sono chiacchiere inutili.
L’esperienza maturata durante il corso di questi anni, mi ha fatto giungere alla conclusione che una persona assente non è, comunque, una persona giustificabile in nessun modo: intendo dire che chi preferisce volontariamente essere una persona assente, invisibile, non attenta ai bisogni degli altri, e magari utilizza proprio la sua assenza come arma per far male ad una o più persone, non solo non merita nessuna giustificazione, ma, al contrario, merita di essere allontanata, non fosse altro che per il male che può fare alle persone e alla nostra stessa salute psicofisica. Per quanto ci si possa allargare la bocca con paroloni e frasi fatte, la verità è una ed una soltanto: l’amore, ma in generale i sentimenti, hanno bisogno di persone presenti, persone che ti ritrovi a fianco, persone fisicamente presenti all’interno della tua vita, con cui puoi condividere un tramonto come una cena, un film come una giocata a carte, la TV come una passeggiata in centro. Una telefonata, un messaggio su WhatsApp, una emoticon, sono meno della metà di un surrogato di quello che è la vita vera, che ha bisogno di persone vere e fisicamente presenti all’interno delle nostre giornate. Per questo motivo, ormai da molto tempo, ho deciso di fare piazza pulita, senza nessuna pietà, di persone che sono presenti solo a parole: nel momento in cui si condivide un sentimento, che può essere di amore, che può banalmente essere di amicizia, ti assumi la responsabilità di essere una persona presente, una persona fisicamente attiva all’interno della vita dell’altro. Immaginate, per farvi capire, di avere una Ferrari o una Lamborghini, e di poterla guidare solo una volta ogni dieci, magari dodici giorni, magari anche per poche ore al giorno: ho fatto un esempio sicuramente ironico, ma, vi assicuro, per niente lontano da certa realtà, proprio per farvi comprendere che ciò che conta davvero è ciò che è presente, e ciò che esiste e poi toccare con mano. Se è importante per gli oggetti, figurarsi per le persone e per i sentimenti! Chiunque non accetta questa regola, si assume automaticamente la responsabilità di essere giudicato per ciò che è davvero: un perdigiorno incapace di impegnarsi davvero nelle relazioni, nei sentimenti in genere, attraverso la costanza ed il sacrificio.
Se questo non c’è, tutto il resto è soltanto una stupida presa in giro. Ed io non ci sto.