Venire al mondo al tempo del Covid

Venire al mondo al tempo del Covid

Venire al mondo al tempo del Covid è una grande responsabilità: nascere in un momento in cui tutti sospettano di tutti, in cui tutti abbiano paura… Non è affatto semplice!

Venire al mondo al tempo del Covid non è per niente una cosa facile: qualche pomeriggio fa ero da solo a camminare, e mentre osservavo dei ragazzi giocare tra loro, correre con le biciclette, pensavo a quanto difficile sia nascere oggi, in questo periodo in cui tutti sospettano di tutti, in cui tutti hanno paura di tutto e tutti, in cui regna l’essere malfidati, in questa costante caccia all’untore, ai moderni “Appestati 2.0” che anziché i bubboni veicolano un nemico invisibile ma presente, capace potenzialmente di uccidere qualcuno in forma silenziosa.

Ecco: nascere in questo momento non deve essere semplice. È un po’ come nascere sotto i bombardamenti: mi ricorda le storie dei nostri nonni, nati in periodi bui di bombe che esplodevano e palazzi che si frantumavano. Forse non ci sono palazzi che vanno in frantumi, ma, in qualche maniera, c’è la stessa forma di paura, di terrore se qualcosa dovesse andare per il verso errato…

E se quando la madre partorisce il virus gira in ospedale? E se l’infermiera fosse positiva asintomatica e nemmeno lo sapesse? E se il bambino si infetta? E se la madre è positiva e non lo sa? E se questo bambino, poi, andrà all’asilo, cosa potrà accadere? E se, e se, e se…

Insomma: forse è il momento meno indicato per mettere al mondo un bambino, oppure, paradossalmente, è il momento migliore per vincere la paura con la vita che nasce… Sinceramente non lo so davvero, ma so per certo che nascere in questo periodo significa portarsi appresso una responsabilità ed un’eredità importante. Un bagaglio da raccontare, un giorno, ai figli dei nostri figli, per poter dire “avevamo paura, ma ce l’abbiamo fatta!”

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