Quest’oggi, voglio portarvi con me in un viaggio sensazionale, all’interno di un luogo difficilmente esplorato. Chi ha tentato di scoprirne i segreti, è rimasto intrappolato nei complicati meandri della sua struttura: entriamo nella mente di una donna, alla scoperta delle “cause scatenanti” di quello strano comportamento (maggiormente) femminile che risponde al nome di shopping.
Cosa scatta nella mente di una donna? Quali strane dinamiche si scatenano nella mente femminile quando compare l’irrefrenabile impulso dello shopping?
Fior di antropologi hanno cercato, invano, di trovare una soluzione: hanno sudato sui libri, trascorso ore analizzando, confutando, osservando. Ma niente da fare.
Quest’oggi, proveremo a dare una risposta tramite un approccio diverso, chiamato “osservazione diretta”.
(Regia, cortesemente fate partire la sigla di Super Quark, grazie N.D.Giomba)
Luogo: Centro nevralgico dello shopping Palermitano
Coordinate temporali: Un pomeriggio di fine inverno
La prima cosa che salta all’occhio è la repulsione che la donna prova verso altri membri appartenenti al suo stesso sesso che tentano di render loro difficoltosa l’attività dello shopping.
Queste altre donne, a loro volta già affette da shopping ossessivo convulsivo, tentano di “fomentare” lo stimolo a comprare, propinando consigli, il più delle volte non richiesti. La scienza riconosce questi esseri con il nome di commesse.
E’ stato notato come due donne con interessi uguali ma nel contempo contrari, leggi io voglio vedere un articolo, lei continua a consigliarmene un altro,o peggio ancora mi sta dietro seguendomi in ogni angolo del negozio, vadano in conflitto. Ciò non accade nel momento in cui gli interessi sono paritari: due donne con lo stesso stimolo allo shopping, quindi, non vanno in conflitto tra loro.
Un altro tipo di comportamento derivante dall’osservazione diretta, scaturisce dall’approccio che la donna ha nei confronti degli ostacoli che può incontrare sul suo cammino, e che la dividono dai luoghi in cui lo shopping viene esercitato, chiamati negozi o centri commerciali.
Le città moderne, si sa, hanno strutture molto complicate, e non di rado, specialmente a Palermo, sui marciapiedi è possibile trovare folkloristici venditori ittici, meglio noti, in gergo tecnico, con il termine di pisciàri.
I pescivendoli, esercitano la loro attività in prossimità dei negozi: la donna che deve superare l’ostacolo del pisciàro per raggiungere l’ambita meta in cui potrà sfogare i suoi primordiali istinti comperècci, assume pose che la portano ad evitare la fetida acqua che sgorga dai banconi del pesce, emettendo strani e, al momento, non decifrati, suoni, che raccontano il suo sconcerto a contatto con il puzzo che sgorga.
Badate bene: le strane pose assunte, servono anche a preservare le preziose scarpe dal contatto con la velenosissima acqua ri pisci che potrebbe rovinare permanentemente un paio di scarpe, pervadendole completamente di quel puzzo tanto odiato.
Infine, concludiamo il nostro viaggio nella psiche femminile, ponendo l’ipotesi peggiore: lo shopping non va a buon fine.
I sintomi osservati sono quelli tipici dell’astinenza: irritazione, tremori, continuo utilizzo di sigarette modello “ciminiera” e forte nervosismo.
In quel caso, l’osservatore deve urgentemente rassicurare la donna che sta subendo una crisi con parole di conforto e speranza: “vedrai, qui vicino c’è un altro negozio, troverai quel che cerchi, ne sono certo”.
Si conclude qui il nostro viaggio nella psiche femminile: prima che qualche donna mi lanci un tacco a velocità supersoniche, fatemi ringraziare l’amica Anna Morreale, che si è prestata all’osservazione diretta, e che mi ha dato lo spunto per scrivere questo articolo… Con un sorriso in più! :D