Vittime di noi stessi, spesso, proprio per colpa nostra, che neppure ce ne rendiamo conto, che neppure ci pensiamo o ci ragioniamo…
Vittime di noi stessi, spesso, proprio per colpa nostra, che ci perdiamo in stupidi ragionamenti, in stupide convinzioni che ci creiamo da soli, certi che siano la verità assoluta quando invece, nella stragrande maggioranza dei casi, sono solo errate concezioni della vita che ci siamo creati non si sa neppure perché.
Siamo noi stessi ad essere le vittime sacrificali del nostro stesso essere, perché pensiamo, rimuginiamo, e viviamo le nostre giornate secondo rigide autoimposizioni, secondo rigidi schemi mentali talmente assurdi da diventare ridicoli ad una rilettura più attenta: ci costringiamo a seguire regole di comportamento che creiamo noi stessi, e ci creiamo dei paletti assurdi che in realtà non dovrebbero neppure esistere, quasi come se ci facesse piacere vivere in catene, vivere con una palla al piede, e, per giunta, ce ne vantiamo pure. Non è semplicemente assurdo tutto questo?
Ma certo che lo è, e quello che fa più specie e più rabbia è che non solo non ce ne accorgiamo, ma non perdiamo neppure del tempo a cercare di ragionarci, a cercare di migliorare questo punto di vista, questo modo assurdo di vedere le cose: è semplicemente senza alcun senso, non esiste alcun’altra soluzione ne spiegazione!
Che cosa fare, quindi? Semplicemente, riscrivere il nostro autodialogo, il nostro dialogo interiore. Ricordiamo sempre ciò che il Dalai Lama insegna ai suoi adepti:
Tu non sei i tuoi pensieri
Noi non siamo affatto i nostri pensieri, non lo siamo assolutamente: riscriviamo, quindi, il nostro dialogo interiore, riscriviamo le nostre assurde convinzioni e i paletti che ci siamo autoinflitti. La vita è la fuori e non aspetta altro che essere vissuta, senza troppe paranoie: buttiamoci. Al diavolo le auto imposizioni di pensiero!