Vivere con più calma, più serenamente, sarebbe già qualcosa di ideale, ma non è sempre possibile…
Sarebbe bello vivere con più calma, con una maggiore tranquillità e serenità, rispettando i propri limiti, i propri ritmi, e riappropriandosi di un proprio, personale, equilibrio, che permetta di vivere con una perfetta e silenziosa stabilità il tempo che la nostra vita ci offre.
Mi accorgo, però, che questo non è possibile, e, anzi, che non accade quasi mai: il tempo corre appresso al lavoro, agli affari, alle cose da fare, alla gente che chiede, domanda, e vuole che tutto si faccia presto, subito, immediatamente, togliendoti il respiro e, quasi, la vita, in un costante rincorrersi, con il fiato a metà per lo stress, per le ansie, per le paure, per mille e mille cose da fare, per troppe cose su cui dover riflettere, mentre il tempo ti si dilegua tra le dita, e non capisci neppure come possa essere stato possibile che ti sia ritrovato, silenziosamente, a fare tardi un’altra volta.
Lo stress distrugge quel poco che il tempo ti lascia, quel po di spazio che dai a te stesso, perché le priorità diventano altre, perché devi fare tutto, devi farlo al più presto, e non puoi permetterti il lusso di mandare tutto all’aria, perché lo sai bene che ogni tuo ritardo si ripercuote, inevitabilmente, solo e soltanto su te stesso. Non puoi concederti una perdita di tempo, perché le cose che hai da fare sono tante, sono troppe.
…In tutto questo, tu, persona, dove sei? In tutto questo, il nostro “io”, dove va a finire? Spazio per tutti, spazio per il lavoro, spazio per lo stress, spazio per la tensione fisica, muscolare e mentale… Ma lo spazio per noi, che fine ha fatto? Lo spazio per il nostro tempo, dove è andato a finire?