Bozze per un romanzo

Capitolo 11

In cuor suo, sperava parecchio che lei avanzasse questa domanda, ma, sulle prime, rimase in silenzio qualche istante, forse emozionato, forse stordito per la confidenza che la ragazza gli aveva fatto pochi istanti prima.
Lo sguardo era fisso verso la finestra, verso il cielo azzurro , verso le montagne che si potevano intravedere in fondo, quasi a perdita d’occhio.
Si alzò dal divano, si avvicinò alla finestra e, sempre guardando verso il vuoto di quel cielo azzurro disse:

– La mia storia… La mia storia è una storia come tante altre, come spesso se ne sentono in giro. Eppure è la storia di un’amore che, quasi come nel tuo caso, è andato via quasi senza che potessi accorgermene. E’ la storia della mia sofferenza, della mia vita, dei silenzi e di tutto quel che significa perdere quella bella quotidianità nell’essere innamorati e veder cambiare tutto da un giorno all’altro. Succede così spesso…

Lei, seguiva attentamente ogni singola parola, quasi come abbagliata da quella storia, interessatissima ad ogni suo movimento, ad ogni suo gesto, ad ogni singolo pensiero nascesse dalla sua voce. Restava lì a guardarlo, e tentava di capire come potesse essere possibile che un ragazzo così, con la sua sensibilità, con il suo amore, potesse soffrire tanto. Non seppe resistere nel dirgli:

– Però scusa: perchè soffrire così? Pensi che una persona del genere possa mai meritare tutto quel che hai fatto per lei? Intendo dire: ci sono tante persone al mondo che vorrebbero un’amore sincero, come quello che sai donare tu, come quello che mi stai raccontando adesso… Ma, ho imparato, che certuni non sono contenti se non soffrono capendo i propri errori… Pensaci!

In fondo, non aveva tutti i torti: lui stesso aveva riflettuto più e più volte sul significato di quella sofferenza, ma, sopratutto, su quanto valesse la pena soffrire nel ricordo di quella donna che lo aveva ridotto così.
Era convinto che, in fondo, nulla accade per caso, e forse quell’esperienza gli era servita per crescere, per fare tesoro e capire che "non è tutto oro quel che luccica". E lui lo aveva capito molto bene!

– "Prendila con filosofia", continuava la ragazza: "fatti una risata! Pensa al poveretto che verrà dopo di te, alla sofferenza che gli toccherà provare, ignaro di quel che ha tra le mani… Il tempo è l’unica verità: sa dare ragione ai giusti e punire i falsi!"

Quelle parole lo avevano messo di buon umore: quella sferzata di ottimismo aveva fatto nascere un sorriso sul suo viso. Erano mesi che non sorrideva così spontaneamente, ma, d’un tratto, si sentiva sereno e leggero, come non capitava da tanto.
Era sorpreso dalla saggezza e dalla maturità che quella ragazza aveva saputo dimostrare, e, come lei, si chiedeva come fosse possibile la sua sofferenza, il suo incontrare persone sbagliate. Eppure la ricordava bene ai tempi della scuola: il suo carattere deciso raramente gli permetteva scelte sbagliate. Era sempre molto razionale e sicura di se. Ma più ragionava, e più si convinceva che l’amore e il tempo che passa rendono sempre meno razionali e sempre più fessi…

(… Continua … )

Bozze per un romanzo : solo una cosa voglio aggiungere . Non pensate che davvero quanto ho raccontato sia la fotocopia di cose accadute realmente . Magari ho preso spunto , ma per tutto il resto è soltanto frutto della mia fantasia . Questo racconto , come tutti quelli che seguiranno , sono PROTETTI DA LICENZA CREATIVE COMMONS LICENCE . E’ vietata la copia e la riproduzione, siano esse anche parziali . Se qualcuno fosse interessato al mio racconto , può contattarmi privatamente dalla sezione "Contatta Il Giomba" (C) Giomba – C.C.Licence

8 Commenti

  1. il pezzo non è brutto, anzi… forse dovresti fare più attenzione a certe finezze linguistiche.

    per esempio,

    in calce hai scritto: “non PENSATE che davvero quanto ho raccontato….”

    sei sicuro che quel “pensate” SIA giusto?

    A parte questo,

    i testi narrativi trovano la loro ragione d’essere in una struttura esplicativa graficamente raffigurata ad angolo acuto, il punto di congiuntura dei cateti è il “plot”, vero punto di riferimento emozionale del lettore che anela sempre essere smentito nel suo trend immaginario.

  2. la velocità porta ad errori di battuta,

    la padronanza dei verbi e dei tempi sono altra cosa,

    comunque ritengo tu abbia talento, per quanto possa contare il mio giudizio, rifletti bene su ciò che ti ho scritto nel commento precedente, può servirti.

    Io ho fatto il “ghost writer” per quasi venti anni.

  3. vedo che bisticci pure con gli apostrofi…

    …”un’errore”….????

    basta, provo simpatia per te e per il tuo entusiasmo, non ti tedio oltre.

    grazie per la visita, ci ritroveremo al prossimo pezzo.

    Quando hai voglia e tempo passa a trovarmi, i tuoi commenti sono sempre padri di riflessioni degne di essere definite tali.

    Ciao, buona giornata.

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