Anaffettività, un tunnel da cui non si scappa

Anaffettività un tunnel da cui non si scappa

Anaffettività, un tunnel da cui non si scappa, che cerca di convincerti che tu sia la colpa di quel sentirsi errati, e che ti porta solo e soltanto giù!

Anaffettività, un tunnel da cui non si scappa: mi è capitato raramente di aver a che fare con questo tipo di persone, ma mi è capitato. Quando ti trovi di fronte ad una persona anaffettiva, in un primo momento pensi che quella persona ti faccia del male appositamente, perché è falsa, perché è cattiva, perché cerca solamente storie poco serie, superficiali, e perdi la pazienza, e dici anche cose che non pensi, perché la realtà è talmente tanto eloquente da convincerti di ciò che, a conti fatti, realmente è, ovvero che sei stato preso in giro, o, peggio ancora, amaramente sfruttato senza rendertene conto!

Mentre tu ci mettevi tutto il cuore, la persona anaffettiva non ci metteva neppure il pensiero: allora perdi la pazienza e ti chiedi perché quella persona si sia, effettivamente, comportata così, perché non c’è ne un senso ne un motivo. La persona sa di aver sbagliato ma non riesce a spiegarselo, accampa delle scuse, si arrampica maldestramente sugli specchi, e forse si rende anche conto di avere un problema, ma non riesce a provare dolore, non riesce a provare empatia. Si sforza, per carità, ma non ci riesce.

Sempre premettendo che io non sono un medico, anche se ho studiato la materia per tanti anni e so di cosa stiamo parlando, non solo per studi e per passione ma anche per mera esperienza diretta, quello che posso personalmente dire è che una relazione con una persona anaffettiva va troncata alla prima occasione utile! Purtroppo, potrà anche esserci la convinzione che il prosieguo della storia possa cambiare quella persona, ma è inutile farsi illusioni. La persona non cambierà e non sarà certo il tuo amore a farlo: si instaurerà un maledetto circolo vizioso che terminerà non solo con l’esaurire te stesso, che ti senti sempre meno amato, sempre meno apprezzato e sempre più sbagliato, ma, gradualmente, andrà inevitabilmente ad esaurire il rapporto.

L’unica vera, realmente, speranza, è che la persona anaffettiva diventi conscia e si renda conto del suo problema, e che lo affronti con un professionista: purtroppo, persone così hanno davanti solamente l’orizzonte di una solitudine e del non poter mai avere una storia seria. Non va certo colpevolizzato chi soffre, ma non va neppure giustificato. Sicuramente, va aiutato.

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