Le volte in cui sono sopravvissuto a me stesso

Le volte in cui sono sopravvissuto a me stesso

Sei mai sopravvissuto a te stesso? Sai cosa vuol dire tentare di sfuggire dalle spire e dalle catene che noi stessi ci costruiamo?

Sopravvissuto a me stesso: sembro una sorta di reduce di una guerra interiore, in cui i bombardamenti sono le spire e le catene che noi stessi ci creiamo, e le bombe sono tutti quegli attacchi che il nostro corpo e la nostra mente subisce, che noi stessi siamo così abili a saper creare. Eppure, nonostante tutto, sono sopravvissuto, e so io quanto mi sia costato – e quanto mi costi – sopravvivere a certi momenti di intenso e puro dolore, di paura, di sofferenza, di pensieri che ti distruggono il cuore, il corpo e la mente, eppure hai un solo, unico, preciso compito, che è quello di sopravvivere a noi stessi, sopravvivere alle nostre catene, ai nostri dolori, alle nostre paure, alla gente che ci tormenta, a chi ci fa del male, a chi tenta di accoltellarci con parole taglienti solo per il gusto di vederci soffrire, o, stupidamente, solamente per il gusto di cercare di metterci in qualche modo nei guai. Eppure, ancora una volta, noi cerchiamo di farcela, cerchiamo di liberarci dalle nostre catene interiori, fatte di pensiero, fatte di sensazioni, fatte di momenti in cui l’unica cosa sensata che pensi di poter fare è correre via, ma sai bene che anche se scappassi via lontano, il più lontano possibile, le catene ti seguirebbero perché le porti dentro, perché ti inseguono e devi solo ed esclusivamente essere tu a saperle strappare via, a tirarle via come cerotti che elastici che ti bloccano il respiro.

Ancora una volta, quindi, sopravviviamo a noi stessi, e siamo qua, a guardare un altro giorno sfiorire, aspettando il momento in cui l’equilibrio farà parte di una vita migliore, serena, felice e senza più il peso di quei dolori che ci portiamo maledettamente dentro…

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