Lettera al Presidente Silvio Berlusconi ("I terremotati di ieri e di oggi")

Palermo, 15 Settembre 2009

Ill.mo Presidente Silvio Berlusconi,
chi Le scrive, oggi, è un ragazzo di Ventidue anni, come tutti gli altri anche se, perdoni la mia franchezza, ho sempre odiato sentirmi "come tutti gli altri", quasi come se fossi uno, tra i tanti, nella massa!
Quest’oggi, sento il bisogno di comunicarLe alcune mie riflessioni scaturite in questi anni, ma ancor di più in questo periodo, visti i tristi eventi accaduti nel mese di Aprile, quando il terremoto ha distrutto le fondamenta della città dell’Aquila, portandosi con se centinaia di vittime innocenti, che hanno perso la vita soltanto per aver avuto la colpa di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Con mia grande gioia, ho appreso dai media della consegna dei nuovi alloggi ai terremotati, a coloro che hanno perso tutto, dai ricordi agli affetti, dalla famiglia agli amici: le case serviranno loro per ricominciare a vivere, per tornare a sperare in un futuro, in quello stesso futuro in cui nessuno credeva più, fino a qualche mese fa.
Di certo dobbiamo complimentarci con Lei per l’ottimo e celere lavoro svolto: in pochi mesi, si è fatto tantissimo per ricostruire e per tornare a sperare.

Leggendo i giornali,
per me che sono Siciliano, mi è tornato alla mente un’altro triste evento, che ha molte assonanze con il terremoto del 6 Aprile: nella notte tra il 14 e il 15 Gennaio del 1968, un violentissimo terremoto di Magnitudo 6,4 ridusse in briciole la cosidetta "Valle del Belice", una zona compresa tra Agrigento, Trapani e Palermo.
La Sicilia è, per antonomasia, legata ai terremoti: essendo in una zona altamente sismica, è memore di terremoti ancor più disastrosi, come quello di Messina del 1908 (e li davvero c’era ben poco da fare: i tempi erano quelli che erano, e di certo, cent’anni fa, le strade, la viabilità, i mezzi di trasporto non erano quelli di oggi, e ci volevano mesi prima che arrivassero notizie ed aiuti!).
Dicevo di quel terremoto, che 41 anni fa distrusse la vita di 370 persone, di 70.000 sfollati: Gibellina, Poggioreale, Salaparuta, Montevago, furono solo alcuni dei 14 comuni andati completamente distrutti.

La ripresa è stata lenta e dolorosa per quelle persone, che hanno perso tutto, e per anni sono stati costretti a vivere in case "di fortuna", senza avere la speranza di poter contare su case "anti sismiche", come quelle dell’Aquila, senza poter avere quegli stessi aiuti, anche se, ovviamente, erano tempi ben diversi!
Consideri, caro Presidente, che quelle popolazioni hanno lavorato sodo per la ricostruzione, ritornando a vivere come meglio potevano, arrangiandosi con mezzi di fortuna, e ricostruendo le case lontano dai luoghi del terremoto.

Ho come la triste sensazione, caro Presidente, che quella tragedia rischi di essere dimenticata, di passare come una pagina di storia in mezzo a tante altre: non dimentichiamoci di quelle persone, che per anni hanno vissuto nei container, che hanno perso tutto, come i terremotati dell’Aquila.

Ricordiamoci dei terremotati di oggi, ma non dimentichiamoci MAI di quelli di ieri!

Daniele "Il Giomba"

25 Commenti

  1. Ciao Ale !

    Non si tratta di una questione di chi ti vota di più : semplicemente , l’importante è non dimenticarsi mai dei nostri fratelli che tanto hanno sofferto !

    Magari avessero avuto anche loro una casa antisismica quando hanno perso tutto :-)

  2. caro Dani tu sei giovane e dici solo quello che ti raccontano il che non è proprio vero,io c’ero e so perchè ho pagato anch’io quante tasse ha messo il governo di allora,che tra parentesi Berlusconi non esisteva come politico,ci ha fatto pagare per il Belice,che poi i soliti mangioni li abbiano mangiati non è colpa nostra ma dei disonesti al governo nazionale e sopratutto regionale.Ti dico una cosa un mio parente è stato a fare gli impianti idrici nelle case ricostruite ma i siciliani di allora sai cosa dicevano?non lasciamo le baracche e i conteiner se no perdiamo il sussidio giornaliero e allora vedi che tanti anni fa i siciliani non erano come quelli che spero siano oggi.Di soldi al sud ne vanno a bizzeffe bisognerebbe che i capoccia siano più onesti a tutto favore delle popolazioni bravissime,che sono la maggioranza. ciao Ida

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