E’ un’eterna lotta tra quello che non siamo e quello che non saremo, forse per il pensiero di quel meraviglioso equilibrio andato silenziosamente perduto…
Chissà se quel che non siamo fa la rima con quel che non saremo: colpa mia, colpa tua, colpa nostra, colpa vostra… Tutti discorsi triti e ritriti, già sentiti fin troppe volte e fin troppe volte affrontati, con me stesso e non solo…
…Eppure, manca qualcosa: forse è solo quel perfetto equilibrio interiore, la bellezza di quei pomeriggi caldi, tiepidi, sorridenti, costellati di speranze, costellati di gioia, di passione, di sentimento, di vita, di voglia di farcela comunque e nonostante tutto, così come le nostre lunghe passeggiate parlando, raccontando, sorridendo, osservando, camminando e poi correndo tutto assieme, in preda alle risate, in preda alla voglia di farci il solletico. E poi, improvvisamente, cala il sipario, le luci si spengono, e resta solamente il buio ed il vuoto del tempo.
Ed io, seduto in mezzo a questo metaforico teatro dei sentimenti, della passione, delle speranze perdute così come le foglie che se ne sono andate via al vento, macerate al sole caldo di estati, ormai, scolorite, non posso non fermarmi a ricordare gli odori dei pomeriggi d’estate, il freddo e la pioggia dell’inverno, e i colori meravigliosi della sera e della notte, con quella meravigliosa spinta, quella fantastica voglia di scappare via, di vivere una serata che, probabilmente, ci avrebbe regalato gioia, sorrisi, risate ed emozioni da ricordare.
Ma in fondo, poi, cosa è rimasto oltre a questi ricordi maledettamente sbiaditi e scoloriti? Cosa è rimasto delle nostre vite e di tutto ciò che avevamo sperato per noi, se non fotocopie sbiadite di un amore grande, che, silenziosamente, è stato ucciso. Non si sa di chi sia la colpa, e non serve saperlo: restano solo ricordi maledettamente sbiaditi…