C’è una sera precisa in cui ho deciso di rivederti: sono sceso per la strada, camminando in mezzo alle pozzanghere, e sembrava che tu fossi li con me…
Un’acquazzone improvviso, e, improvvisamente, ricompari nell’odore della pioggia: un temporale estivo che porta un po di fresco, a sera, con il cielo azzurro che diventa grigio e poi nero, e si fa subito sera, perché ormai fa buio molto prima. Poi, la voglia di scendere in strada e restare da solo con me, come faccio sempre: c’è qualcosa, però, in quest’aria così carica di sensazioni. Mi sembra di sentirti ancora accanto.
Una prima serata quasi autunnale, e di colpo ritorni con quegli odori, ritorni con quelle sensazioni che sembrano sovrapporsi in maniera così incredibilmente perfetta: camminavo, da solo, con la sola voglia di restare in mia stessa compagnia, ed improvvisamente sapevo che tu mi eri in qualche modo accanto, perché sembrava che tu mi stringessi ancora la mano, camminando sui marciapiedi oscuri, scivolosi, fangosi, pieni di foglie bagnate mischiate alla pioggia, mischiate alla terra, e l’odore della terra bagnata, il fresco, le luci, e qualsiasi cosa sembrava urlarmi il tuo nome e la tua mancanza, il tempo trascorso insieme, i frangenti e le luci, le ombre e gli odori, le ore, i minuti, gli attimi, le esperienze, le lacrime, le risate, i dolori, la rabbia, le litigate vissute insieme.
Non lo so, ma tu eri la: cercavo di stringerti la mano ma mi rendevo assolutamente conto di star stringendo l’aria fresca ed umida. Non c’era niente di te, tranne un ricordo fortissimo, tranne il tempo che ha distrutto i nostri ultimi pezzi di cuore agonizzanti, uniti insieme da un filo rosso che, dicevi, unisse i nostri mignoli perché eravamo predestinati.
E ora, continuo a camminare in questa sera di agosto, dopo la pioggia, calpestando le foglie secche, al buio di strade senza luce… E tutto mi ricorda, maledettamente, dolorosamente, tutto…