Da una stanzetta

Da una finestra vedo una timida mattina azzurra, con qualche nuvola spinta oltre l’orizzonte, che tenta di avvicinarsi, ricordando le sensazioni dell’autunno che avanza…

La stanzetta si riempie di luce azzurra, con un raggio di sole che filtra oltre i vetri: foglie ingiallite cadono, secche, spazzate via dall’invisibile vento fresco che le porta lontane, oltre i muretti, oltre i bimbi che giocano con la loro palla, tutta colorata, tinta di mille tonalità. Il loro sorriso mi riporta indietro nel tempo, a mattine d’estate trascorse a correre su un marciapiede, cercando di rincorrere le nuvole, tentanto di prenderle in mano…

Il clacson di un auto mi riporta alla realtà, e con la mente torno a pensare al tempo che fugge, ai silenzi della vita, alle mille difficoltà che, spesso, siamo costretti a combattere per vivere, per sopravvivere, combattendo contro nemici invisibili fatti di paure, di attimi, di sensazioni abbondantemente vissute, come tanti deja vu che, ciclicamente, tornano a sfiorarti il viso e la mente.

Come abbandonare quella ciclicità? Come non pensare al tempo che passa? Una foglia, gialla, si posa sul davanzale: l’autunno bussa alle finestre.

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