Quello che non saremo più

Quel che non saremo più

Ci si trasforma, talvolta, esattamente in quello che non saremo più: il più delle volte, è esattamente ciò che mai avremmo voluto diventare…

Purtroppo, talvolta ci si trasforma in quello che non saremo più: gli amori finiscono, le persone se ne vanno, e restano solo pesanti valigie fatte di ricordi e regali, come cadaveri di sogni e speranze che resteranno, in una cantina o in un armadio, a prendere polvere a ricordo, a memento di quel che non è stato più.

Spoglie mortali di sogni e speranze uccise dagli amori che finiscono, da chi se ne va per andare verso i suoi passi, a cui non importa se siano giusti o sbagliati, forse perché, in fondo, non fa altro che vedere solamente se stesso: e noi che restiamo li, a trasformarci in quel che non saremo più, a reinventarci, a cercare di ritrovarci dentro giornate vuote e pomeriggi infiniti, tra la gente ormai diventata indifferentemente anonima e una vita che, a poco a poco, ci appartiene sempre di meno.

Restiamo fissi a guardare il tempo che ci crolla addosso come dighe ormai distrutte dall’indifferenza e dal dolore, come rughe solcate sul viso di chi troppe ne ha viste, e rimaniamo a riflettere sul senso che tutta questa vita abbia avuto, sul senso che tutto quel dolore provato possa aver avuto nella nostra vita.

Ti ripeti che senso ha provare questo? E cerchi, ricerchi e cerchi ancora te stesso lungo strade deserte, nel freddo di un pomeriggio d’inverno, da solo su di un marciapiede, o in notti in cui tu stesso ti domandi chi sei davvero e verso cosa stai andando.

Ci si trasforma silenziosamente in quel che non saremo più: inesorabilmente si vive il male di vivere e la lunga strada verso silenzi che ci portano a non riconoscerci più…

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