Silenzi, lacrime, vuoto e una strada deserta

Silenzi lacrime vuoto e una strada deserta

Chissà se un giorno capirò il significato di tutti questi silenzi, e delle lacrime che ho versato in quei pomeriggi che sembravano e sembrano eterni…

Deve esserci un senso a tutta quella sofferenza, alle lacrime versate in silenzio, quando nessuno ti vede o sai che esisti, quando nessuno si accorge del tuo dolore intimo e nascosto, e devi far finta di niente per evitare gli sguardi di chi non capisce, di chi non comprende e si limita a dare giudizi che nessuno gli ha chiesto…

Ci deve essere un senso a quei pomeriggi senza fine, a quelle domeniche trascorse a camminare, da solo, sui marciapiedi vuoti, ascoltando il silenzio che ti urla con tutta la forza che ha, talmente tanto forte da riuscire a sentire il fruscio delle foglie al vento, osservando gli alberi che si piegano, la gente che sembra camminare, svogliatamente, forse senza una meta, magari – chissà – anche loro appresso al loro vuoto, ai loro silenzi e alle loro solitudini, in questo tempo che rimane maledettamente eterno, un vacuum senza forma che nessuno riesce a disegnare, che nessuno riesce davvero a stilizzare nelle sue accezioni più vere.

Chissà se un giorno mi ricorderò di quelle domeniche pomeriggio da solo, a camminare senza una meta, ad osservare un gigantesco nulla intorno a me, con la gente che resta chiusa in casa, oppure corre via appresso ai suoi mille impegni, appresso al proprio amore, appresso alle proprie storie, che non hanno più tempo per ricordarsi di un tempo vuoto, fatto solo di noi stessi, fatto solo di una solitudine che regna e fa da cornice a questi pomeriggi azzurri e vuoti, grigi, gonfi di freddo e di pioggia.

Ne ho visti tanti, ne ho visti troppi, e la mente ritorna a quando i pomeriggi avevano il colore della scoperta e del relax, di un sorriso camminando lungo la città con la radio in sottofondo, a perderci in posti che neanche noi conoscevamo: di tempo, però, ne è passato fin troppo, e la realtà è l’unica cosa che davvero conta, e l’unica strada maestra che abbia un senso reale per la nostra vita.

Che ne sarebbe stato, in fondo? Una bellissima illusione che sarebbe terminata in una strada vuota? Un gigantesco modo di illudersi correndo verso un vuoto mascherato da amore? Prima o poi, insomma, la realtà sarebbe ugualmente venuta fuori.

Però a me quell’illusione piaceva…

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