Il gorgo delle cose non dette, dove tutte le parole che volevo dire e che nessuno ha voluto ascoltare sono andate a morire…
Il gorgo delle cose non dette: un “buco nero” pieno di dolore…
È triste sapere che è così, eppure io ho un gorgo delle cose non dette: ci sono decine di cose che vorrei dire, ma quando voglio dirle non c’è nessuno che le ascolta, e così, da qualche tempo, mi sono ormai rassegnato alla presenza di questo gorgo, dove le parole non dette vanno a morire. Vorrei raccontare di cose che ho visto, di idee, di discorsi, di sensazioni, ma quando voglio farlo non c’è nessuno ad ascoltare. E pensare che mi è stato detto di “appuntare le cose che voglio dire, così da parlarne quando c’è la possibilità”, ma tutto questo è mortificante. Immaginate di aver voglia, di aver bisogno di parlare ora, qui, adesso, di qualcosa che hai visto, di qualcosa che vuoi commentare subito, e di dovertelo appuntare aspettando di trovare il momento libero della persona a cui vorresti dirlo. Sinceramente, ma non vi fa schifo tutto questo? Ecco che, così, si forma questo gorgo, dove vanno a finire le parole che volevo dire e che non dirò mai più. Semplicemente, vanno a morire lì dentro, probabilmente perché me ne dimenticherò, probabilmente perché non ci sarà più nessuna occasione per parlare, probabilmente perché, quando ci sarà l’occasione, altre persone mi parleranno addosso e mi getteranno sulle spalle tutti i loro problemi e tutte le loro parole, senza sapere che “c’ero prima io”, che aspettavo da giorni di poter dire qualcosa, di poter dire quella cosa. Se prima non ci facevo davvero caso, ora mi rendo conto che quel gorgo esiste, ed è la materializzazione dell’indifferenza della gente: provate ad urlare il vostro dolore e la vostra sofferenza mentre chi dovrebbe ascoltarvi fa spallucce, sbadiglia, spegne il cervello e si disconnette completamente dalle vostre parole non prestando nessuna attenzione, e se ti permetti a lamentarti, vieni anche punito attraverso ciò che ti fa più male, magari sfruttando le tue ferite ed i tuoi punti deboli. Tutto questo fa schifo, e ti distrugge progressivamente, un passo alla volta, a poco a poco. Ma ho capito, ormai, che la gente crede soltanto alla sofferenza che vede, e certe volte nemmeno a quella. So soltanto che tutto questo fa semplicemente schifo. E se non sei forte abbastanza, o forgiato abbastanza per riuscire a reagire, puoi farti veramente male.
Ma è tutto inutile. Specialmente quando chi dovrebbe ascoltarti disconnette volontariamente il cervello. E tu rimani lì, a perdere il tuo tempo, ancora un po’.
(foto: ESA)