Il Web contro i nickname: come rinnegare se stessi

Il Web si mobilita contro i nickname: un modo come un altro di rinnegare se stessi. Scopriamo perché.

Il Web, ormai, è sempre più moderno, e sembra non aver più bisogno di tutelare la privacy dei suoi utenti: così, molti Social Network e siti, come ad esempio Facebook, Youtube, Google o Twitter, “scoraggiano” l’uso dei nickname quasi obbligando gli utenti a utilizzare le loro credenziali reali.

Da un lato, si giustificano dicendo che “così la rete e il confronto sono più veri, ed avvengono tra persone che hanno un nome e cognome reali”, dall’altro, dicono che “lo fanno per scoraggiare i troll e i profili fasulli, che attaccano trincerandosi dietro credenziali false”.

Un Web che rinuncia ai nickname, è un Web che rinnega se stesso: rinnega la sua storia e il suo passato, le sue fondamenta più basilari, ma lo fa quasi discostandosene, dando la colpa agli eventi, alla modernità, ai tempi che cambiano. Non si cura di non far “piangere il giusto per il peccatore”, sanzionando in maniera esemplare chi abusa della rete e dell’anonimato: preferisce, direttamente, stroncare il problema!

Una vera e propria disevoluzione, che ci rende tutti più fragili: a risentirne è, principalmente, la nostra privacy, e il libero diritto, di ognuno di noi, di non farci riconoscere, di rinunciare alle nostre vere credenziali per essere “qualcun altro” in rete.

Non fraintendetemi: quando dico “essere qualcun altro”, lo dico nel miglior modo possibile. Essere “qualcun altro in rete” significa essere maggiormente liberi di dire ciò in cui si crede, magari senza la paura dei legacci a cui si può essere sottoposti per via del proprio nome e cognome, riconosciuto da tutti. Rinunciare ai nickname è rinunciare a più del 70% della libertà in rete.

Tutti gli utenti devono essere tutelati, anche coloro che non vogliono usare il Web con il proprio nome e cognome: resta solo la speranza che gli utenti si sveglino dal loro torpore, e lottino affinché non si rinunci ai nickname.

Si spera, insomma che, questa volta, la “leggina” di turno non passi inosservata, tra l’indifferenza dei tanti: il mondo, la tecnologia, la società che modifichiamo oggi, è quella che lasceremo in mano ai nostri figli. Spesso, purtroppo, in tanti se lo dimenticano!