La generazione dei "Mocciosi"

Mi ritengo fortunato di non far parte della generazione dei “Mocciosi“: orde di giovani con gli occhi sbarluccicosi di fronte ad amori da cartolina, fatti di lucchetti e scritte sui ponti, di baci e carezze, di romanticismo fin troppo spicciolo che finisce, poi, col diventare parecchio “pesante”!

Sarà che col tempo si diventa un pò “acidi” :D o sarà che ho una concezione fin troppo reale dell’amore, ma penso che, aldilà del film, se questo tipo di storie non vengono prese con le dovute “precauzioni”, si rischia seriamente di illudere i giovani stessi. Sicuramente, sono capaci di capire che “è solo un film”, ma la realtà è ben diversa.
La realtà è fatta sicuramente di romanticismo, ma lo stesso sentimento si scontra con le difficoltà della vita di ogni giorno, del lavoro, delle preoccupazioni.

Concordo parecchio con Maurizio Porro, che sulle pagine del Corriere scrive:

Scusa ma è ora di finirla. Moccia insegue le sue love story da bigliettini da cioccolatini e ci mostra la difficoltà di dire il fatidico sì tra il pubblicitario 40enne Bova (assai meglio di così) e la ragazzina trash: un salto sentimental sociale nel distillato di trendy volgarità tv. Altri 40enni in crisi dopo Muccino, tutti con vocine off così banali che anche Freud avrebbe cambiato mestiere. Girato come somma di tanti spot e pieno di spot dalla generazione “esse corta”

Sognare è sicuramente bello: farlo a tutti i costi, sempre e comunque, con mania d’ostentazione o, peggio ancora, per marketing, molto di meno…

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