Perdersi è un attimo

Perdersi è un attimo

Perdersi è un attimo: perché lasciare andare via chi vogliano bene davvero soltanto per colpa delle nostre paure?

Perdersi è un attimo: la vita me lo ha insegnato davvero duramente, e quando perdi qualcuno ti resta ben poco da poter raccontare, da poter fare, soprattutto se la persona che perdi se ne va per colpa delle tue paure, dei tuoi spettri derivanti dal passato, specie se non hai chiuso tutti i conti con ciò che è stato e lasci che quel tempo ormai andato muova ancora i fili del tuo presente, rovinandoti la bellezza del nuovo, delle nuove conoscenze, dei nuovi amori.

Che senso può avere perdere le persone a cui vogliamo bene solo per quel passato che ancora rompe le scatole nel presente e ci fa vivere male? Quale senso può avere il lasciar andare le persone che si stancano del nostro comportamento figlio del non aver chiuso tutti i nostri conti personali aperti con ciò che è stato? Diventa davvero difficile accettare di perdersi per colpa di paure che non esistono nemmeno tranne che dentro la nostra testa, e far si che tali paure rendano invivibile il nostro presente non soltanto a noi ma anche a chi ci sta intorno! Non esistono scuse plausibili, e se esistono sono solo mere possibilità di arrampicarsi sugli specchi. Non è accettabile sotto nessun aspetto. Punto e basta!

Soprattutto, dipende da quanto teniamo davvero alle persone: siamo in grado di lasciarle perdere in nome delle nostre paure che non vogliamo superare ed affrontare, con la consapevolezza che ogni lasciata è persa? Oppure, al contrario, ci rendiamo conto che tutto ciò è semplicemente assurdo e che è giunta l’ora di buttarsi in barba a tutte quelle stupide paure?

La risposta è già dentro di noi. Basta guardarsi allo specchio e fare un sincero, profondo, esame di coscienza!

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