Tutte le volte in cui tocchi il tuo minimo storico...

Tutte le volte in cui tocchi il tuo minimo storico

Tutti, nella vita, abbiamo un preciso momento in cui tocchiamo il nostro “minimo storico”, nel lavoro come nei sentimenti…

Sembra strano, ma tutti noi abbiamo toccato – almeno una volta nella vita – il nostro minimo storico: sentimenti e sensazioni che si accavallano e scemano, diventando, di fatto, terreno da cui dover partire o in cui dover restare, per cercare cosa fare, per comprendere come andare avanti, per capire cosa sta accadendo e perché stia accadendo.

Ci siamo passati tutti e tutti abbiamo avuto un nostro minimo storico con cui dover fare i conti: nel lavoro, in quei periodacci da cui non esci, in cui ti chiedi “e adesso?”, così come in quelle situazioni tali da farti comprendere che sembra non esserci via di scampo, così – a seguire – come nei sentimenti, nelle sensazioni che si accavallano l’una sull’altra e ti fanno rimanere totalmente in bilico tra il sapere e il non sapere, tra il dire e il non dire. 

E poi, poi giunge, anche li, quel minimo storico che non riesci a comprendere, che non riesci a capire ne a quantificare, ma che sai che, di fatto, potrebbe anche rappresentare un nuovo inizio, ma di certo è figlio di una fine: in fondo, che minimo sarebbe se non fosse figlio di qualcosa che è andato esaurendosi o terminando?

E così, scattano quei meccanismi di rimuginio, scatta la testa che esplode, e ti ritrovi, davvero, a non sapere che cosa fare ne come potrà mai andare a finire: sei solo e devi combattere contro tutto e contro tutti, ma, prima ancora di questo, devi combattere contro te stesso, ed è proprio la che vai, inevitabilmente, a sbattere la testa con tutta la ferocia possibile.

Resti ancora in bilico, in quel tuo, personalissimo, “minimo storico” che altri sembrano non voler comprendere, ma che rappresenta, soltanto, l’ennesimo buco nella tua vita…

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