Un lento addio

Un lento addio

Un lento addio, silenzioso, fatto di ricordi che tornano alla mente, e di tutte quelle frasi rimaste a metà, seccate in gola, perdute in chissà quale tempo e spazio…

Un lento addio, silenzioso in quel suo incidere giornaliero, in cui perdiamo una piccola parte di noi, nei giorni, ormai, divenuti mesi, persi nel silenzio aberrante ed ingiustificabile di un amore grande ucciso e trucidato senza nessuna pietà. Fa male, fa molto male per chi ama ancora, per chi crede, ancora, che qualcosa potesse andare diversamente, per chi si appiglia alla speranza del ravvedimento, ma cosa può cambiare ormai? A cosa serve, ora, tutto quello che è cambiato, tutto quel che si è rinnovato, tutto quello che ha assunto forma e sostanza diversa, se l’unica cosa che rimane è perdersi?

Perdonare la fine di un amore, la fine volontaria e senza nessuna pietà, è veramente difficile, per certi versi impossibile: non potrò mai avere reale perdono per chi uccide il più bello dei sogni che una persona possa vivere, la più grande gioia che era nata tra due cuori, fatti di teneri abbracci e belle speranze per un futuro che prendeva forma. Poi, è la solita storia: qualcuno decide di uccidere quel sogno, e lo fa senza nessuna pietà, senza nemmeno pensare alle conseguenze, al dolore che andrebbe ad infliggere all’altro. Lo fa e basta, perché dimostra che la sola cosa che conta è se stesso, ed in un solo momento ti sembra di rivedere, nel più triste dei feedback, mesi di gioia, di risate, di progetti fatti insieme, di vita vissuta, e di tutta quella che si sarebbe, ancora, dovuta vivere.

No: mi dispiace ma non posso perdonare chi uccide l’amore. E’ un peccato troppo grande per poter far finta di niente. Perché chi uccide l’amore, di fatto, uccide la più bella parte di te. E fa troppo male per far finta di nulla.

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