L'angosciante silenzio del vuoto, dentro e fuori

L'angosciante silenzio del vuoto dentro e fuori

E’ angosciante il silenzio ed il vuoto, dentro e fuori, di quei pomeriggi assurdamente eterni, la cui fine si dilata in modo spropositato e spietato…

E’ angosciante il silenzio di pomeriggi eterni, bruciati dal sole caldo, cocente, senza un minimo d’ombra per le strade, vuote d’estate, con la gente lontana, verso lidi e mete silenziose, verso zone in cui i pensieri non esistono, in cui la mente vive leggera, in cui nulla pare voler esistere se non la precisa idea di dimenticarsi di tutto e di tutti…

…Ma la mente non può non tornare al passato: non può non tornare a dolori che hai già vissuto, a dolori così forti da squarciarti il petto, perso, ormai, nelle lacrime che non hanno più tempo per rigarti il viso, per diventare pietra sulle guance, mentre resti, ancora un po, a ricordarti quanto dolore hai già visto e vissuto fino a questo momento: in fondo, non puoi conoscere il dolore di una persona se tu stesso non lo hai vissuto, se tu stesso non sei stato accanto a quella persona quando soffriva, quando il suo cuore traboccava di dolore, quando non riusciva più a comprendere cosa fosse il vivere quotidiano, sovrascritto da tutto quel male, da tutto quel dolore gratuito, da quelle giornate eterne, silenziose, in cui l’urlo di dolore della sofferenza veniva inghiottito da tutto quel vuoto intorno…

…Ed ecco perché, con il vuoto ed il silenzio di adesso, con l’angosciante silenzio di pomeriggi eterni, che sembrano non passare più, la mente ritorna a quel dolore, ritorna a quello che ha già visto, sentito, provato, e il dolore sembra voler tornare a far sentire la sua presenza…

…Quel che resta, però, è un’angosciante amarezza fatta di frammenti di ricordi, fatta della consapevolezza di aver vissuto un enorme, gigantesco, nulla mascherato da un sentimento che non c’è mai stato…

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