L'odore del passato

Qualche giorno fà ,
ho sentito un’odore che non sentivo più da diverso tempo . Anni , direi .
Sono rimasto fermo , in silenzio , ad ascoltare quell’odore con gli occhi chiusi , e di colpo mi è sembrato di fare un tuffo nel passato .
E così , viaggiando con la mente , mi sono ritrovato in un mattino fresco , sereno , freddo ed umido della pioggia della notte precedente .
La luce di un abat jour illuminava d’un giallo tiepido le pareti , intorno , e , nel risveglio di quel mattino , l’unica voglia era quella di correre a quella panchina , aspettando che arrivasse l’ora in cui avrei ancora potuto amare , avrei ancora potuto correre , leggero , nel meraviglioso sogno del primo amore , che segna per sempre le nostre vite .
Così , correndo , sentivo quello stesso odore intorno a me , su di me , mentre una mezz’ora passò davvero velocemente . Tempo della colazione , e poi lì , alle 7 e 40 del mattino , seduto su quella panchina fredda in un mattino freddo , umido ma caldo d’amore , attendendo il suo arrivo , il suo tenero , dolce arrivo .
Guardavo intorno la linea d’orizzonte : guardavo i pini intorno a me , ancora bagnati dalla rugiada del mattino , per poi scorgere lo sguardo ancor più lontano , fin dove la terra sembrava diventare un tuttuno con il cielo , lungo l’orizzonte .
Poi , d’improvviso , vidi il suo sorriso verso di me : cominciai a correre per poi perdermi in un lungo , tenero e dolce abbraccio che sembrava non far finire più il tempo , caldo come solo il sentimento può essere .
E intorno a me , su di me , quell’odore che mi dava compagnia e faceva da cornice a quelle immagini , nel fresco di quel mattino , nel caldo di quegli abbracci , nell’emozione di una emozione nuova , silenziosamente uniti sotto quello stesso amore che è stato tremendamente bello da vivere .

Apro gli occhi. Torno al presente .

 

10 Commenti

  1. Invece a me, caro Giomba-la-bomba, capita proprio di catalogare i posti a seconda degli “odori” percepiti…

    Ne ho conservati pochissimi, perchè è chiaro che un odore è difficilissimo da ricordare e, purtroppo, da re-incontrare :-D

    Ce n’è uno, particolare. Se lo descrivo a parole può sembrare “sgradevole”, in realtà è molto leggero.

    Quello dei muri del vicolo di Santa Caterina a Furnari (Me) che si asciugano al sole di “menz’austu” e trasudano tutta la loro vita. Non di muffa e non invadente, profumo di vita, leggero…

    E c’è l’immagine di un arco bianco, di pietra. L’unico angolo di pace del vicolo sotto il sole a piombo di mezzogiorno… il solo angolo fresco di tutto il vicolo.

    E lo sportello arrugginito dell’Ente Acquedotto (di quelli antichi… :-D)

    Lì sotto era “casa”, rifugio dopo la mattina in spiaggia.

    E il chiasso dei bambini che bisticciano ma si vorranno bene per tutta la vita, come me con mia cugina Gabriella!

    (wow)

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