Che cosa è rimasto di noi?

Che cosa è rimasto di noi

Che cosa è rimasto di noi? Frammenti di una lettera ritrovata ed oggi pubblicata, e mille riflessioni che questo ritrovamento fa scaturire…

Che cosa è rimasto di noi? Tutta la pesantezza e l'”inquietantezza” di una domanda…

Il tempo passa, prosegue lento, e in questo silenzio i miei pensieri, il mio dolore, la mia sofferenza non si placa, anzi aumenta ricordando tutto ciò che è stato, e ponendomi mille domande che non riescono a trovare una risposta in nessun modo… Che cosa è rimasto di noi? Che cosa è rimasto di quel meraviglioso miracolo che eravamo insieme? Che cosa è rimasto di parole meravigliose, di stupendi progetti, di lacrime e ricordi, di abbracci dati per darci la forza?

Eppure, tutto era magico e perfetto, ed io non me lo posso dimenticare: era tutto perfetto, era tutto al punto giusto, e quasi sembrava un sogno aver trovato qualcuno che mi capisse così bene, che comprendesse le mie parole senza che io le completassi, con cui trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda. Andava davvero tutto a meraviglia, tanto da sembrare un sogno. Poi, la coppia è diventata più coesa e le cose si sono fatte più serie: in tanti mi ripetono “guarda che tu non hai mai errato niente, anzi sei sempre stato onesto, gentile, sicuro dei tuoi sentimenti, e, normalmente, questo tipo di cose si superano con il dialogo, parlando, anche perché chi tiene a te non se ne va o distrugge un rapporto per delle fesserie di questo tipo!”

Ammettendo il fatto che – da persona superiore quale sono e mi sento – senza per forza dover parlare di colpe che nessuno ha, ci siano lati migliorabili di un rapporto, io non mi sono certo mai tirato indietro, e riguardando ora le scene, mi rendo conto che le diversità – e questo lo dico da sempre e lo ribadirò sempre – non sono sicuramente vettore della distruzione di un rapporto. Anzi, al contrario! In un rapporto, sono proprio le differenze che danno quel “quid”, che fanno la differenza nel rendere migliore quel rapporto attraverso la crescita. Però, per quanto assurdo sia, più il rapporto lo sentivo mio, più il rapporto lo sentivo bello, presente, importante, e sentivo che QUELLO era il rapporto dei miei sogni, LEI era la donna che avevo sognato, LEI era quella che Dio mi aveva mandato come esaudimento delle mie preghiere, e più sembra ci fosse qualcosa di sfuggente, di manchevole.

In qualche maniera, ancora una volta, si è cercato – in maniera sicuramente involontaria, e su questo non ho davvero motivi di pensare del contrario – di darmi delle colpe che non ho e non ho mai avuto. Dopo un primo addio, che non ho voluto io ne mai lo avrei messo in atto, ma, al contrario, avrei sempre cercato di discutere ed andare avanti, un riavvicinamento sempre non generato da me ma sperato, speratissimo e voluto. Nuove basi su cui ripartire. Bello, bellissimo. E poi? E poi, neanche un mese e di nuovo un addio, questa volta “per sempre”, cito testualmente. Ed è questo che mi fa male. Un addio vale per cose veramente, veramente gravi. E se queste cose sono gravi, devi sempre e comunque parlarne e giustificare il perché del tuo comportamento. Non puoi, un bel giorno, liquidare una persona con un messaggio e in trenta secondi bloccare tutti i Social e cancellare la presenza presente passata e futura. Non è solo questione di maturità o di rispetto: ne faccio proprio una vera questione di PRINCIPIO!

Voglio dire: se hai delle rimostranze da fare, ne parli. Se non ami più una persona, la guardi dritta negli occhi e glielo dici CHIARAMENTE. Non è che sparisci e lasci gli intenti aperti alla sensibilità dell’altro. Non funziona in questa maniera E NESSUNO PUO E DEVE GIUSTIFICARE COMPORTAMENTI SIMILI. La cosa che mi fa più male è il fatto che mi stato detto solo: TU DA OGGI SOFFRI COME UN CANE. IO TI PESTO IL CUORE SOTTO I PIEDI, TE LO FACCIO A PEZZI E TU STAI ZITTO E TE LO FAI PIACERE. Nonostante tutti sapessero il male che ho subito e le mie ferite del passato, nessuno mi ha tutelato, e mi hanno accoltellato senza nessuna pietà, nel più becero e triste trionfo dell’egocentrismo.

Il mio è amore, amore puro, amore vero. Altri possono, forse, dire lo stesso?

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