Come ci si sente ad aver la consapevolezza di fare del male?

Come ci si sente ad aver la consapevolezza di fare del male

Come ci si sente ad aver la consapevolezza di fare del male? E’ una domanda che mi sono posto tante volte, spesso senza una vera risposta…

Come ci si sente ad aver la consapevolezza di fare del male? Me lo sono chiesto tante volte…

Tante volte, nella mia vita, mi sono domandato come ci si sente ad avere la consapevolezza di fare del male a qualcuno: soprattutto, mi sono domandato come ci si possa sentire nel far vincere l’egocentrismo, nel mettere davanti se stessi anche a costo di uccidere di dolore un’altra persona. Me lo sono spesso domandato perché, a conti fatti, non ne sono capace: la gente ti ammazza senza pensarci due volte, senza rendersi conto di non avere rispetto per il tuo cuore, e mette davanti se stessa con estrema facilità, come se nulla importasse loro di lasciare le persone con un buco in mezzo all’anima, perché vedono sono il loro fottuto egocentrismo, il loro mettere se stessi davanti a tutto e a tutti.

Raramente esistono persone che si fanno anche solo lo scrupolo di ferire l’altro con i loro comportamenti, con le loro parole, con i loro modi di fare e agire: semplicemente, la gente se ne frega. Se ne vanno, ti scompaginano la vita, lasciano macerie come dopo un’esplosione, e tu resti la, a cercare di raccogliere, in mezzo alle lacrime, i tuoi cocci di cuore, divenuti sempre più minuti ed infinitesimali. Fa ancora più male quando le persone ti abbandonano volontariamente e consapevolmente, sapendo ciò che hai già vissuto, sapendo tutto quello che hai già passato nella vita, ed usando quei medesimi modi di fare ed agire che tanto avevano stigmatizzato, e da cui, tanto, avevano preso le distanze. Eppure, guardali: si comportano come loro, parlano come loro, agiscono come e peggio di loro, con la consapevolezza assoluta di starti facendo del male, di starti ferendo, ma con il totale disinteresse di chi mette se stesso davanti a tutto e tutti, “e che si fottano gli altri”.

Non posso, allora, non chiedermi come si faccia. Come si possa fare del male così, a viso aperto, a chi ti vuol bene, a chi ti ama, a chi ti ritiene importante. E’ un dolore che non passa, come tutte le domande che non trovano nessuna risposta…

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