Credevo tu mi amassi veramente...

Credevo tu mi amassi veramente

Credevo tu mi amassi veramente: questa volta, ero davvero convinto che fossi tu la persona che avrebbe potuto cambiare la mia vita per sempre…

Credevo tu mi amassi veramente… Ne ero certo, ma fa male rendersi conto di come mi sbagliavo…

Credevo tu mi amassi veramente: credevo fossi davvero importate per te, che davvero ti rendessi conto di quanto io ti avessi dato il mio cuore tra le mani…

Credevo e speravo che la nostra storia, il nostro rapporto, fosse veramente serio ed importante per te come lo è stato per me, ma vedere, adesso, come non sia stato assolutamente così, mi riempie di dolore e rabbia: dal primo istante ho sperato che tu fossi la persona che avrebbe potuto davvero prendersi cura del mio cuore e delle ferite del mio passato, delle cicatrici rimaste, ed io, dal mio canto, ho sempre cercato di amarti al massimo di ogni mia singola forza, con tutto me stesso, con ogni parte del mio tempo e della mia vita. E credimi: io non ho mai amato nessuno come ho amato te, credimi. Soltanto adesso, che la verità è talmente palese da non potere essere ignorata, mi rendo conto di quanto io abbia vissuto un gigantesco bluff, un enorme “nulla” in cui, però, io ho davvero impiegato il cuore, e mi fa male, non hai idea quanto, vedere adesso come quelle ferite del passato si siano riaperte, soprattutto adesso che si sono aggiunte quelle del presente, che mi hai lasciato tu.

Ci sono momenti che mi manchi e la tua assenza mi distrugge in mille pezzi, e mi sento morire, e passo minuti, ore del mio tempo a piangere e cercarti in ogni angolo del mio mondo, in ogni angolo della mia vita, in ogni strada che facevamo insieme, e chiamo il tuo nome, ma non mi risponde nessuno. E allora piango, mi perdo nel pianto, e la tua indifferenza mi distrugge in mille pezzi infinitesimali che non riesco a rimettere insieme… Vorrei tornare a casa e vederti ancora li che mi aspetti, seduta sul divano, o in cucina mentre prepari l’insalata con il mais: vorrei tornare a casa e sentirmi libero di essere fragile e distrutto. Avrei bisogno di perdermi negli abbracci che mi davi, in cui abbassavo ogni mia singola difesa, buttavo via ogni mia singola paura, come quelle volte in cui ti prendevo alle spalle e ti abbracciavo, e quando sentivo i tuoi capelli su di me, mi sentivo così bene come non mi sono mai sentito in tutta la mia vita…

Mi sento distrutto dal dolore e dal silenzio, dal vuoto che c’è intorno, e avverto la stessa sensazione di una parte di me strappata via per sempre, senza pietà: credevo mi amassi veramente per come io ti amavo, credevo il mio cuore ed il mio tempo fossero importanti, per te, tanto quanto lo erano per me, ma ogni giorno di più mi rendo conto che la persona che ho avuto al mio fianco era soltanto una forzatura, qualcuno che si sforzava di essere quello che, in realtà, non è. E te lo giuro, questa cosa mi ammazza, mi distrugge, mi frantuma come un bicchiere che scappa dalle mani… Sento un dolore dentro che non riesco neppure a descrivere veramente, e mi domando a chi io abbia dato il mio cuore, a chi io abbia dato la mia vita, le mie speranze, i miei progetti: scappo via, mi butto sul pianoforte, in Accademia, e il mio Maestro mi chiede come sto, ma tanto lo sa che mi sento così vuoto e distrutto: mi ripete che “non sono solo”, che è soltanto la sensazione, ma non sono solo perché ho tanta gente intorno a me… Ma io so ciò che sento, e mi sento solo nella parte più nascosta e recondita di me, mentre la sofferenza mi porta via e mi fa perdere nelle lacrime che non ho mai avuto vergogna di piangere. Accendo la radio, cammino in auto, mi fermo al semaforo, e tante cose, troppe cose mi parlano di te e di questo tempo così ingiusto: soltanto adesso mi rendo conto che ciò che vuoi, ciò che cerchi, ciò che ti serve davvero non è un amore, non è il sentimento di una persona che potesse amarti, ma amarti veramente con ogni parte di se. No.

Purtroppo, preferisci alimentare vanagloria, speranze, e continuare a ripetere che vali solamente tu, conti solamente tu: sarebbe bello riuscire a formattare il cuore e la testa come riesci a fare tu senza troppe difficoltà, senza troppe lacrime… E mi domando come possa non mancarti quello che eravamo! Anzi, la risposta, in fondo, la so: non ti manca, semplicemente, perché per te non è stato importante. E’ stato tutto un gioco, un affare di poco conto, del tempo passato così, nell’inerzia di una vita da vivere, e quello che rappresentavo io, in un periodo, adesso è diventato ciò che è importante in quest’altro periodo, nel presente, che poi muterà ancora, ancora, ancora. Soltanto ora mi rendo conto di chi tu sia veramente, e mi mancano le tue mani, i tuoi occhi, il modo in cui ridevi: mi manca il tempo trascorso insieme, i progetti di una vita distrutti dal tuo non sapere amare, dal tuo non volere neppure provarci, dal tuo non volerti neppure impegnare a vivere un rapporto vero, un rapporto con una persona che ti ha amato più di ogni altra persona che abbia incontrato sul suo cammino…

Mi sento così triste… Non ho nessuna vergogna a dirlo, perché, al contrario tuo, non ho bisogno di ostentare quello che, in realtà. non sto vivendo: dico e racconto sempre ogni cosa per come la vivo, per come la sento, per come la provo su me stesso, e certi momenti sono veramente terribili per me. Ma tu non puoi capirmi. Tu non vuoi capirmi, e preferisci voltarti, distratta, ad illuderti una volta di più che tutto possa prendere il mio posto, che le tue aspirazioni, il tuo arrivismo, possa prendere il posto di quello che io ero: ma che cazzo te ne fai delle illusioni se la sera non hai una persona che si addormenta pensando che tu sia la cosa più importante? Che cazzo te ne fai della vanagloria se non hai qualcuno per cui rappresenti, davvero, un sogno che si avvera? Che cosa te ne fai di vivere una vita senza amore, senza sentimenti, senza nessuno che ti dia il suo cuore lasciandolo tra le tue mani? Che vita è se ti illudi che sia il tuo tempo migliore, ma tra le mani, concretamente, non ti rimane nulla? Beata te che riesci ad illuderti ed accontentarti che tutta quella ostentazione sia la vita vera… Ma non è affatto così: il vivere vero è tutta un’altra cosa. Il vivere vero è quello fatto di quella meravigliosa concretezza che puoi stringere tra le mani: il vivere vero è quello che nasce dal sudore della fatica, del mettersi davvero in gioco. Il vivere vero è un ragazzo che ti ama più di qualsiasi altra persona abbia potuto incontrare nella sua vita! Il vivere vero è un cuore che batte al tuo stesso ritmo…

…E ripenso a tutte le cose che dicevi, ai nostri passi coordinati, alle nostre risate, le passeggiate di notte, la città e tutti quei suoi mille volti, i posti che mi facevi conoscere e che ti facevo conoscere, le nostre canzoni insieme, e le volte in cui restavamo in mezzo al silenzio, illuminati solo dalla luce della TV, senza che ci fosse bisogno di dirci niente… Mi manca tutto quello che, purtroppo, ho scoperto che non sei: mi manca il tempo insieme, o ciò che mi hai illuso di vivere insieme, e mi manca stringerti le mani e mordicchiarle, a fare la guerra con il solletico… E adesso, guarda che disastro… Guarda che macerie inutili ed esangui sono rimaste in terra: le guardo e piango le lacrime più calde e dolorose che io possa provare. Sono lacrime che mi sgorgano dalla parte più profonda ed intima del mio cuore e della mia anima, mentre vorrei che il nastro si riavvolgesse e tu fossi di nuovo li, vicino a quel muretto, a quella gelateria, a quel giardino pieno di rose con quel laghetto… Vorrei ancora milioni di tramonti da vedere insieme, l’odore del mare, camminare sulla sabbia in piena notte, perderci in giro senza sapere neanche dove siamo andati a finire…

…Ma non so neppure con chi ho vissuto queste emozioni, e questo dolore non passa, e devo sempre cercare di fare finta di niente, tranne quando mi perdo sui tasti del pianoforte e piango in mezzo al vuoto, e più passa questo tempo, più mi rendo conto che vorrei, come te, non provare nessun dolore, andare avanti serenamente come se niente fosse, felice, soddisfatto del niente che ho, ma imbellettato ed infiocchettato come fosse la più grande realtà che io possa mai vivere… Ma a conti fatti, cosa ti rimane di concreto? Non lo so, e forse non lo sai nemmeno tu… Ma per quanto tu possa scappare al dolore e ai tuoi stessi frantumi che vuoi continuare a non vedere, io, nel mio piccolo, so per certo che nessun’altra persona ti potrà amare come ti amavo io, e nessuno ti guarderà con il mio stesso sguardo, quando mi perdevo nella tua immensità vedendoti dormire, vedendoti scrivere, vedendoti mangiare, e pensavo che tu potessi essere tutto il mio mondo, come io speravo di esserlo per te. Io credevo in te, davvero.

Ma adesso, io non so più neppure chi sei. E te lo giuro, mi fa male da distruggermi.

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