Da solo in mezzo al buio

Da solo in mezzo al buio

Da solo in mezzo al buio, nella distruzione di un dolore che non ti lascia scampo e non ha pietà di te: da solo nel silenzio e nel vuoto di un tempo così triste…

Da solo in mezzo al buio, dove ogni dolore si sente di più…

Da solo in mezzo al buio: ora che non è rimasto più niente, e sono rimasto solamente io, non faccio altro che brancolare nel buio e nel più totale vuoto: non vedo niente. Vedo a malapena dove metto i piedi, ma non c’è niente.

Ho vissuto momenti davvero brutti, capaci di distruggerti l’anima in miliardi di pezzi: la mancanza di una persona, in piena notte, da solo, in mezzo alle strade vuote, illuso di trovare qualcosa da fare per staccare la mente, per distogliere il pensiero dal dolore che senti dentro. E poi, disilluso, torni schifosamente alla realtà, e resti solo in mezzo al niente: torni a casa lasciandoti alle spalle le coppie felici, la musica, la gente che balla e si diverte, il chiacchiericcio di persone che parlano e raccontano, mentre ti senti morire dentro e fracassarti in pezzi sempre più piccoli da rimettere insieme… Torni a casa in mezzo a questo maledetto silenzio, e la sola cosa sensata che riesci a fare è esplodere a piangere, e le lacrime devi asciugartele da solo, perché tutti quelli che ti hanno giurato che ci sarebbero stati, anche quando tu continuavi a ripetere: “non dirmi bugie, lo so che mi abbandonerai”, perché quel tuo maledetto sesto senso derivante alla tua empatia e sensibilità non riesce mai a sbagliare, adesso se ne sono andati via irrimediabilmente, lasciandoti senza più niente, ma solo con un gigantesco fardello di dolore e vuoto addosso, di indifferenza e buio in cui galleggi e da cui non riesci più a venire fuori.

Le lacrime devi asciugartele da solo perché nessuno le vede più: sei solo in mezzo al buio, a brancolare senza più sapere cosa fare, cascando irrimediabilmente giù verso il vuoto che ti trascina in basso, che ti ammazza una volta di più e ti rinchiude in un silenzio che ti distrugge, in una gabbia da cui non vedi nulla, da cui non riesci nemmeno a respirare ne a guardare oltre. Senti solo questo dolore immane, questa distruzione dentro, e senti sempre più forte il dolore del vuoto che hai in mezzo al petto, come se una parte enorme di te non esistesse, come se fosse distrutta irrimediabilmente e per sempre.

E ti ritrovi per strada, una notte, un sabato sera, da solo: la città vuota, e tu in mezzo al niente, al buio, al nulla più totale. Io l’ho vissuto, e so cosa significa sentirti morire, sentirti pietrificare, sentirti distruggere da un dolore che nessuno vede, che nessuno sente: c’è solo questo vuoto tutto intorno, e questa sensazione terribile, tra le più brutte che io abbia mai provato in vita mia. E dove siete, adesso, voi che giuravate amore eterno? Voi che giuravate di non abbandonarmi mai? Voi che continuavate a ripetermi di non avere paura: che cosa è rimasto del vostro niente adesso, adesso che non c’è davvero più nulla, adesso che è rimasto solo questo bruttissimo senso di distruzione?

La sola sensazione che riesco a descrivere, vivendo, pensando a questi momenti, è quella di uno tra i peggiori incubi che gli esseri umani possano fare, e sono che vi sarà capitato: urlare ma la voce non esce. E’ terribile. E quella stessa sensazione, talvolta, ritorna, ritorna e non ti da pace. E sei solo, a brancolare in mezzo al buio. Ma non esiste niente. Niente.

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