Dedicato ad Elenuccia

Dedicato ad Elenuccia

Dedicato ad Elenuccia, l’unica persona che, con mezza frase, è riuscita a leggermi dentro come, forse, nessuna persona è mai riuscita davvero a fare.

Dedicato ad Elenuccia: righe scritte in una notte di pianto e dolore.

Cara Elenuccia,

Casualmente, oggi, ho incrociato il tuo sguardo da qualche parte, in giro sui Social: ricordo che solamente un anno fa, sei stata la prima persona a conoscermi e ad accogliermi come solo tu sapevi fare. Sei sempre stata una piccola peste, ma so che, nel tuo piccolo grande cuore, mi hai sempre voluto bene fin dal primo giorno. In fondo, ho sempre detto che eri una piccola donna di cinquanta anni con le sembianze di una bambina, altrimenti non si sarebbe mai spiegata la tua sagacia, la tua arguzia, la tua intelligenza assolutamente fuori dal normale per una bimba della tua età, così simpatica, così pungente, così piena di vita.

Non potrò mai dimenticare il giorno in cui, parlando di me con quella persona, dicesti: “questo ragazzo ha la voce seria, ha la voce saggia… Cerca di non fartelo scappare! Non ha la voce cretina come tutti quelli che hai conosciuto fino ad ora!” Ed io rimasi senza parole, perché senza nemmeno conoscermi, eri riuscita a fare, di me, uno spaccato talmente tanto introspettivo da farmi quasi paura per il modo in cui riuscivi a conoscermi così bene pur non avendomi mai visto! Ti avevo promesso mille volte che ti avrei offerto due gelati, e che ti avrei fatto un regalo grande: mi avevi chiesto se avessi mai potuto scrivere una canzone per te, ed io ti avevo promesso che avrei fatto tutto il possibile.

Purtroppo, cara Elenuccia, tu sei ancora meravigliosamente piccola, nonostante tu sia immensamente grande, e non ho il coraggio di dirti che noi grandi, certe volte, siamo cattivi e stupidi, e scateniamo una cattiveria senza padrone e senza motivazioni quando strappiamo gli altri ai nostri stessi affetti, come, purtroppo, è successo tra me e te, ma ti giuro, ti giuro davvero, che ti ho sempre voluto bene fin dal primo istante che ci siamo sentiti con quel vocale che mi hai fatto. Perdonami se non ho potuto portare avanti la promessa che ti avevo fatto: in questo momento ho il cuore talmente a tanti frantumi che non vedo più niente da quante lacrime mi stanno cadendo in questo istante, mentre ripenso a quanto bene mi hai sempre voluto e quante volte, su Instagram, nella posta privata, mi scrivevi “perché non mi parli? Io ti voglio bene!”, e il mondo mi crollava addosso e mi sentivo inerme e senza difese di fronte alla tua totale innocenza che distruggeva ogni mia barriera, che frantumava ogni mia possibile difesa da questa vita che non ci risparmia un solo colpo.

Ricordo quando, quel 7 Dicembre, sei corsa da me lungo il vialetto correndo ad abbracciarmi a braccia aperte, nemmeno che avessi visto il tuo più grande idolo, ed io mi sono sentito, per una volta, così compreso e davvero in famiglia, in un posto che neanche conoscevo, tra gente che nemmeno sapevo chi fosse: ricordo tutto il tempo che mi sei salita addosso ad abbracciarmi e stringermi forte, e i tuoi occhi azzurri erano così pieni di gioia nel vedermi… Ti ricordi i giochi che abbiamo fatto insieme a tutti gli altri, a tavola? Io si, e mentre mi ricordo di tutto questo, piango la mancanza di quel tuo bene che, in qualche maniera, in mezzo a tanta miseria, in mezzo a tanto dolore che mi è stato inferto senza nessuna pietà, mi faceva stare così maledettamente bene…

Ricordo tutte le volte che mi chiamavi su WhatsApp per salutarmi quando ero in compagnia, e quella tua sana curiosità che tanto piacere mi faceva nell’ascoltarla.
Purtroppo, piccola Elenuccia del mio cuore, gli adulti sono tanto cattivi certe volte, e strappano via dal nostro cuore e dalle nostre giornate le persone a cui vogliamo bene: io, nonostante la lontananza e i divieti che ci sono stati imposti da scelte terze – te lo giuro, non mie – non ho smesso di volerti bene un solo istante, e soffro profondamente nel pensare anche solo lontanamente che tu possa credere che io possa averti in qualche maniera abbandonato, o, peggio ancora, smesso di volere bene. Tra tanta gente, credo tu sia l’esempio migliore di bontà, di semplicità, di innocenza vera: non perdere mai le caratteristiche che ti rendono la piccola donnina che sei, nonostante tu sia ancora piccoletta e hai ancora tanta strada davanti, tanta vita da vivere, tante esperienze ancora da fare.

Mi manchi e mi mancherai immensamente, perché tra tante persone che mi hanno distrutto l’anima, tu, con la tua piccola grande innocenza, hai saputo distruggere ogni mia frontiera, ogni mia barriera: ti prego, non odiarmi mai e non pensare MAI che io abbia potuto abbandonarti solamente perché hanno distrutto, a forza, le nostre risate ed i nostri giochi, dividendoci per sempre. Con il tempo, capirai che certe volte gli adulti sono semplicemente dei cretini che riversano sugli altri le loro frustrazioni, che si divertono a distruggere la vita della gente e le loro speranze di un futuro: io, credimi, avrei dato tutto per vederti crescere, per vederti sorridere e per vederti scherzare, ancora, con me.

Scusami per quei gelati che non potrò più offrirti, e per quella canzone che non potrai più ascoltare: anche da lontano, sappi che avrai sempre qualcuno che ti vorrà bene, perché, forse, sei stata l’unica a capirmi davvero, e ad essere riuscita a leggermi dentro con mezza frase, senza che io ti dicessi nulla. A riprova di come la tua innocenza è un bene straordinario, che ti chiedo di preservare pur stando attenta: la vita è senza scrupoli, piccola Elenuccia, e non ti risparmierà niente. Tu continua ad affrontarla con il sorriso ed il sarcasmo che, da piccola peste quale sei, hai sempre avuto: ti ricorderò sempre nelle mie preghiere e, per quanto davvero poco sia, avrai sempre un piccolo, grande posto all’interno della parte più nascosta e segreta del mio cuore.

Scusami se sto piangendo tutte le lacrime che non ho pianto in queste settimane. Mi è solo entrato un ricordo nell’occhio.

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