Eppure, credevo fossi tu a rappresentare il mio futuro!

Eppure, credevo fossi tu a rappresentare il mio futuro

Eppure, credevo fossi tu a rappresentare il mio futuro! Mi dispiace essermi sbagliato, e non hai idea di quanto faccia male adesso…

Eppure, credevo fossi tu a rappresentare il mio futuro! E adesso fa male, molto male…

Se mi avessero detto come si sarebbero evolute le cose, e chi mi sarei ritrovo ad avere davanti sotto la maschera, probabilmente non sarei neppure caduto nell’errore di darti il mio cuore: eppure, ti giuro che MAI, davvero MAI avrei potuto pensare ed immaginare che non saresti stata tu a rappresentare il mio futuro…

Ero assolutamente certo, assolutamente e categoricamente certo che potessi essere tu a rappresentare quel senso di bene che mi davi, quel senso di gioia, di amore e completezza che avevo quando tu mi eri accanto: non avrei mai potuto credere ne pensare – anche se lo avessi visto con i miei occhi – che tu, proprio tu, sotto quel velo di apparente fragilità potessi nascondere il potere di riuscire a fare del male in questo modo… Ho cercato tante volte di capire, di comprendere, di osservare, di rendermi conto che le cose potessero essere diverse da quelle che io stesso stavo vedendo, ma più questo tempo passava e più avevo davanti una realtà che mi faceva del male, diventata chiara quando hai iniziato a trattarmi davvero in un modo che non meritavo, nonostante tutto l’amore che, ogni giorno, ti davo con ogni parte di me, con ogni mio singolo centimetro ed ogni mio più piccolo pensiero…

Mentirei nel dire che non mi mancano i nostri baci, che non mi manca sentirti dalla cucina con la musica accesa, che non mi manca arrivare alle spalle, da dietro, quando non te lo aspetti e riempirti di baci, mentirei. Ma la realtà è diversa, e me l’hai dimostrata tu, quando mi hai abbandonato per due volte senza nemmeno volermi guardare negli occhi, quando hai rinnegato il sentimento che ci univa, quando hai rinunciato a tutto quello che ci eravamo promessi, quando hai riaperto vecchie ferite squarciandole attraverso ciò che sapevi potesse farmi in assoluto più male… Beata te che non senti niente di tutto questo, e che hai questo meraviglioso potere di cancellare così facilmente le persone che hanno vissuto periodi del loro tempo in comune con te: fidati, vorrei veramente avere la stessa forza, coraggio e potere che hai tu in questo senso…

Eppure, da qualche tempo sto cercando di essere più forte, anche se il mio corpo non è del tutto d’accordo: mi sto forzando nel cominciare a pensarti di meno, e infatti la gastrite mi sta letteralmente divorando, e sto cercando di dimenticarmi tutto quello che sa di te e che mi ricorda te, e infatti i miei muscoli sono tesi che sembrano marmo. Piango ancora un po’, soprattutto la sera e la notte, quando sono da solo per la strada, a camminare, e nessuno mi vede, e questa sera sono anche riuscito a rifare la strada che facevamo insieme, dove c’era quella panchina verde dove ci sedevamo ad ammirare la perfezione meravigliosa del silenzio della sera, ti ricordi? Eppure, la mia mente torna a quelle tue frasi, quelle che mi dicesti quella sera di fine gennaio in cui ci fermammo ad ascoltare il silenzio della sera, camminando per le strade silenziose, e in sottofondo mettesti “La sera dei Miracoli“, di Lucio Dalla: “io mi sto innamorando di questi luoghi”, mi dicesti. E ora non so più nemmeno se è vero oppure no: in fondo, per te ha tutto un valore superficiale ed etereo! Sembra quasi come se ciò che dici abbia un valore temporaneo: “mi sto innamorando di quei luoghi”, ma poi li hai abbandonati. Sembra quasi come se le tue emozioni, le tue promesse, le tue frasi, abbiano valore solamente in quel preciso momento, e poi divento infinitamente etereo, lontanamente silenzioso e senza nessun senso…

E’ proprio un peccato che tu abbia preteso di diventare niente nella mia vita: hai lottato per riuscirci, ed io ho fatto tutto il possibile affinché tu non vincessi questa battaglia. Ma ora l’hai vinta: non riesco a comprendere bene cosa tu possa aver messo di lato dopo questa stupida ed eterea vittoria, ma mi resta la consapevolezza di ciò a cui hai rinunciato, ovvero me.
Non ha neppure senso cercare di farti ragionare: sei troppo obnubilata da questo tuo delirio di onnipotenza, che, in questo momento, sembra quasi farti sentire immortale, farti sentire così apparentemente forte. Ma io ti conosco, e so che la verità è tutta, tranne che questa. Scappa pure quanto ti pare da te e dal tuo cuore, ma presto o tardi la voce di ciò da cui stai scappando, diventerà sempre più forte, e capirai quanto sia stato triste lasciarci andare così.

Capirai quanto sia stato doloroso perdere un uomo che, in te, vedeva il suo futuro.

 

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