Riguardare le vecchie fotografie, talvolta, è un esercizio di crescita: ci ricorda quel che siamo stati e ci aiuta a diventare migliori per quel che saremo!
Capita a tutti, ed è capitato anche a me: giusto qualche sera fa rivedevo delle vecchie fotografie. Pezzi di un passato che mi è appartenuto, ricordi che ho chiuso in chissà quale cartella di chissà quale computer, in chissà quale scatolo di chissà quale armadio, o in un recondito, sperduto, cassetto della memoria.
Rivedere le vecchie foto, però, è spesso un esercizio utile: serve, anzitutto, a fare il punto della situazione, che, talvolta, non fa mai male, e serve a ricordarci cosa abbiamo vissuto, per catturarne il bello e continuare a portarlo dentro di noi, ma anche per ricordarci del brutto ed evitare di esserne nuovamente vittime. Ma non solo: rivedere quelle foto ridesta in noi dei ricordi e ci permette di non commettere, nel futuro, gli stessi errori commessi nel passato, quando eravamo sicuramente diversi rispetto al nostro presente, e mettevamo in atto strategie e modi di pensare e di agire, che, probabilmente, si sono, talvolta, rivelati fallaci.
E’, insomma, un utile quanto semplice esercizio di automiglioramento, anche per riuscire a metabolizzare in maniera migliore i ricordi, impedendo di diventarne schiavi ed aiutandoci a vivere in maniera più serena il nostro presente in preparazione al nostro futuro, per cercare di essere persone, semplicemente, migliori di come possiamo essere, e riuscire, in questa maniera, a sorridere. Sorridere del nostro passato, dei nostri errori, del male ricevuto, della pochezza della gente, delle delusioni, degli amori passati che non contano ormai più nulla, e, in generale, della pochezza d’animo di certa gente.
Un sorriso a quel che eravamo, un brindisi a cosa siamo ed una speranza a cosa saremo: partire da una foto può rivelarsi, insomma, più utile di quanto, realmente, non possiamo immaginare!