Il dolore dell'amore strappato via

Il dolore dell'amore strappato via

Il dolore dell’amore strappato via: lacrime amare scendono senza sosta, e lasciano chi ama ancora nel totale sconforto e nella più intima sofferenza…

Il dolore dell’amore strappato via: un dolore che ti ammazza pezzo dopo pezzo…

Sarebbe insensato se non dicessi che soffro, che piango, specialmente in serate come queste in cui la sofferenza si fa atrocemente più forte, dopo una giornata distruttiva di altra sofferenza fisica, per altre situazioni contingenti. Sono giornate in cui ti senti distruggere, in cui ti senti sfaldare un pezzo dopo l’altro. E ti rendi conto che avresti tutto, ti rendi conto che tutto quel dolore e quella sofferenza scomparirebbero, o lo sentiresti davvero molto di meno, se l’amore fosse ancora con te. Non ha senso che io finga un benessere che non ho: io sono questo, nel bene e nel male, e se sto bene dico che sto bene, se sto male dico, apertamente, serenamente, che sto male. Non vedo perché devo fingere, anche perché fingerei a persone che mi vogliono comunque bene e mi sono amiche.

Sto male e, anche questa sera, soprattutto questa sera, sento quel senso maledetto di morsa allo stomaco, che non sentivo da anni. E invece no: quel dolore, quella sensazione maledetta di abbandono, quel dolore che ti attanaglia alla bocca dello stomaco, ritorna, ritorna maledettamente e senza nessuna pietà. Ore trascorse a piangere, a pregare e sperare in una sola parola che non esiste, che non c’è: scendo per la strada, cammino, vado in giro, mi fermo a pregare dentro una chiesa, e spero in ginocchio che tutto questo dolore passi, e invece non passa. E mi ritrovo a piangere, a piangere maledettamente, appeso anche solo ad una flebile speranza, ad una parola, mentre i giorni sono già diventate settimane e mesi, e ho perso il conto di tutti quei giorni che ho passato a piangere, e di quanti ancora ce ne saranno, in cui tutto mi ricorda tutto, in cui tutto sembra urlarmi ricordi e promesse, progetti e canzoni, voci e serate.

E in serate come questa, in cui tutto si perde nel maledetto silenzio di questo tempo che non volevo certo vivere così, piango, piango di disperazione e di dolore. Piango per tutto quello che mi manca, piango per il mio cuore fracassato a pezzi, piango perché mi sento abbandonato, piango perché mi sento come se le mie preghiere volassero via e se ne andassero, mentre il mio cuore si distrugge ancora un po’, ancora di più. Fa atrocemente male, e le parole non lo possono descrivere facilmente questa sensazione oscura, pesante, brutta, che ti prende forte, che ti fa piangere in qualsiasi posto ti trovi, che sia notte, giorno, mattina, pomeriggio, sera, non importa nulla. Ti viene talmente tanto da piangere, talmente tanto da distruggere tutto quanto, da andare via… Ma dove vai? E perché? E dove? E a cosa servirebbe, alla fine? Puoi scappare, scappare quanto ti pare, ma il dolore dell’abbandono ti lascia spaccato, e il dolore lo porti appresso in te, dentro te.

Dall’esterno mi guardi, sembra tutto normale, ma se mi parli vedi che sono solo l’esteriorità, l’apparenza di un corpo che, al suo interno, ha diecimila bombe atomiche che stanno esplodendo: mi sento vuoto, privato della parte migliore di me, strappata via, violentata dal silenzio, che anche se scappi, che anche se vai via non cambia assolutamente niente, che anche se piangi non ti vede nessuno. E quante notti mi sono ritrovato a camminare per la strada, andando da qualche parte, camminando per il solo gusto di farlo, e quante volte ho pianto, pianto tantissimo, senza che nessuno si accorgesse di niente. Nemmeno la gente che mi passava accanto in senso contrario sui marciapiedi.

Stai male di un male “interiore”, di un male che non puoi descrivere e verbalizzare con le parole: i miei amici mi ripetono “non capiamo, non capiamo davvero. Hai tutte le carte in regola per essere dieci spanne sopra tutti gli altri… Allora perché non ci credi?” Non lo so se, davvero, non ci credo: non lo so se è questo, non lo so se è veramente questo, oppure è la gente che mi da addosso, è la gente che ha aspettative sempre più alte. E’ il tempo che sta passando, è tutto l’amore che ho che, ancora una volta, si distrugge e si perde nel vento di questa notte, che porta con se le mie lacrime e tutto il dolore che sento dentro e pesa, pesa atrocemente.

Pesa sull’anima, pesa sui ricordi. Pesa sul cuore.

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