Il dolore di un cuore frantumato

Il dolore di un cuore frantumato

Il dolore di un cuore frantumato: un silenzio che non riesce a passare, un silenzio che lascia spazi vuoti e tanta, tantissima sofferenza…

Il dolore di un cuore frantumato: un dolore che mai nessuno dovrebbe sentire…

Non so spiegare cosa si sente quando hai il cuore frantumato, quando hai il cuore calpestato sotto i piedi. Non so spiegare cosa sento, non so dirvelo. So solo che quello che sono veramente, quello che è davvero parte di me, quello che sento veramente, lo provo io e solamente io.

Guido l’auto nella notte, in mezzo alle strade deserte, e so io come mi sento, e so solamente io cosa provo, so solamente io cosa sento in quei momenti in cui sono solamente io e la radio a darmi compagnia, e l’ultima voce se n’è andata. E ti porti addosso quel dolore, e lo senti come qualcosa che ti cresce dentro e ti accompagna in ogni secondo della tua vita. In ogni azione che fai senti quel dolore che ti ammazza, che ti stritola, e senti il dolore di mille coltelli piantati dentro di te.

Io sono sempre io. Migliorato su moltissimi aspetti, questo è vero, grazie anche al destino ed al vento che soffia dalla mia parte, riscoprendo il gusto di vivere la notte, di vivere il silenzio mentre guido, ascoltando la radio, ascoltando le strade… Soprattutto, però, credo che qualcosa sia cambiata internamente. Non so capire bene cosa, non lo so. So solamente che qualcosa è sicuramente cambiata, è sicuramente diversa. Ma il mio amore NO: il mio amore non è cambiato di una sola virgola. Forse è solo aumentato. Forse è solo migliorato, questo non lo posso sapere.

Il vero coraggio è quello di mettersi in gioco, anche di rischiare se è il caso: ma sapete quanti amori ho visto nascere da un rischio, da un azzardo? Sapete quante storie da raccontare, quanta fortuna, quanto successo ho visto nascere da un azzardo? CHI NON RISICA NON ROSICA, ma, soprattutto, credo che chi non rischia NON VIVE DAVVERO: la gente ha paura di rischiare. Io no. Io mi butto sempre a capofitto nel rischio e nei dubbi, perché mi rendo conto che la vita può riservarmi cose meravigliose e stupende, ma devo prendere il coraggio a due mani e devo rischiare.

Certo, sono umano eh: posso sbagliare, spesse volte in buona fede, ma so chiedere scusa e so ammettere i miei errori. Ho sempre guardato in faccia chi ho davanti, sia per donargli il mio cuore sia per comunicare notizie, a volte, veramente distruttive che hanno spaccato anche me, e che mi auguro che nessuno provi mai nella sua vita. Così come non auguro mai a nessuno questo dolore che sento. Non in questo modo. Non in questa modalità. Non così.

Ed ho pianto. Ho pianto più di quanto non potessi fare. Quando finisce l’effetto del distrarsi, l’effetto delle belle esperienze, tutto torna a piombarti addosso. Sono un essere umano, e non mi nascondo. Non devo in nessuna maniera mostrarmi per come non sono. Ho una forza immensa dentro me, ma so anche ammettere la mia sofferenza nel cuore della notte. E mi dispiace soltanto che, adesso che il vento è dalla mia parte, quel vento non sia “nostro”, ma sia solo vento di “ostro”, caldo ed umido che rinsecchisce il mio dolore, pietrificando le lacrime e tutto quel silenzio che sento dentro.

Vorrei soltanto che Dio mi facesse capire che piani ha per me. Vorrei solamente che questo dolore si lenisse. Vorrei solamente che tutto si aggiustasse. Ma questa volta per sempre.

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