Il senso di ogni lacrima che ho pianto: il dolore nei ricordi e nella riflessione di un tempo che doveva e poteva essere realmente diverso…
Il senso di ogni lacrima che ho pianto: riflessioni tra la pioggia…
Questa sera il cielo piange le mie stesse lacrime: poco fa sono rimasto immobile, fermo sotto una pensilina senza dire niente, e guardavo la pioggia scendere, e quasi non mi rendevo conto delle lacrime che sembravano mischiarsi alla pioggia. Nel silenzio pensavo al senso di ogni lacrima che ho pianto in questi tre mesi, oggi, di disonorevole silenzio, di dolore mio e soltanto mio, condiviso solamente con chi, davvero, ha tenuto a me, con chi, veramente, ha cercato di donarmi un poco di serenità, ascoltandomi, cercando di comprendermi ed aiutando a comprendere. Ancora adesso, mi chiedo quale sia e quale possa essere il senso di tutto questo dolore: ancora adesso mi chiedo e mi domando cosa possa portare qualcuno a fare tanto del male ad una persona, tanto da annullarne la presenza attraverso una fuga che fa trionfare l’egocentrismo, che fa trionfare la solitudine, il dolore, e quel maledetto, maledettissimo silenzio che non posso giustificare, che non riesco a concepire, che non riesco neppure ad immaginare in nessuna maniera possibile…
Eppure, sono passati tre mesi di silenzio e dolore, in cui l’estate è appassita come miliardi di parole e promesse gettate via al vento, verso inutili strade che, adesso, non portano più a niente.
Ho cercato di essere forte, cerco ancora adesso di esserlo, ma non è mai facile davvero, soprattutto in serate come questa, in cui cadi, in cui ti fai veramente del male, in cui non ti rendi neppure conto di quanto hai passato e cerchi, nel tuo piccolo, nel tuo dolore, di chiederti perché tutto questo male, di chiederti perché tutto questo dolore. E hai paura. Paura per il futuro, paura per tutto quello che verrà, paura per quello che mai potrà aspettare il tuo cuore. Ora come ora, però, resta il peso di quel maledetto niente che è rimasto.
Che a volte, solo a volte… E’ davvero tutto.