Il silenzio ti esplode dentro

Il silenzio ti esplode dentro

Il silenzio ti esplode dentro, come una bomba che distrugge tutto quello che corre sul suo cammino, e non resta niente tranne che quel vuoto assordante…

Il silenzio ti esplode dentro, e non fa restare nulla. Proprio nulla.

E’ come una bomba a frammentazione: il silenzio ti distrugge dentro, a mille pezzi, e mentre rimani nel vuoto, quando la gioia, la spensieratezza, l’allegria, sono ormai alle spalle, resta soltanto questo buio anche se c’è il sole, resta l’immensità da riempire dentro cui affondare, e in certi pomeriggi, nelle domeniche senza fine, ti rimane soltanto questo vuoto che cerchi di riempire, che cerchi di non ascoltare ma che c’è, che esiste, che fa sentire la sua voce, la sua presenza. E tu? Che cosa puoi fare tranne che combattere al peso di ricordi e sensazioni? Tranne che cercare di superare i momenti di dolore e silenzio che ti squartano come un coltello dalla lama sottilissima? Rimani fermo, immobile, a guardare la luce del giorno che sfiorisce, a guardare il sole che se ne va dietro i palazzi, a cercare di non pensare a tutto ciò che è stato e tutto quello che resta e che sarà, o che NON sarà, e devi trovare la forza di essere forte, di fare finta di niente, di avere il sorriso appiccicato sulla faccia. Solo che questo silenzio lo senti, e non puoi negare che esista, perché ci sei dentro, immerso come se fossi nel mare, come se fosse fluido e fosse intorno a te, quasi a coprirti completamente, solo con la testa fuori… E cerchi di domandarti cosa resta. Te lo domandi, ma non ne vieni a capo: allora metti la musica, cerchi di distrarti, ma tutto ti ricorda tutto, e il calendario di fronte ai tuoi occhi ti ricorda il tempo passato, il male che hai dovuto provare e sentire sulla pelle, sempre e rigorosamente da solo. Gettato via, come fossi spazzatura, come fossi un oggetto che non serve più, come fossi niente, come se non avessi valore, come se non lo avessi mai avuto, come se non fosse mai esistito niente di te.

Rimango nel silenzio. Resto fermo e non trovo una via d’uscita ne una strada. Trascino silenziosamente i miei pensieri dentro un paio di lacrime perse nell’arco di un paio d’ore. E ormai lo so che va così.

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