Il sordo rumore del lasciare andare: parli, racconti, cerchi di rendere partecipe qualcuno, ma quando non vieni ascoltato, che senso ha sprecare il fiato?
Il sordo rumore del lasciare andare: un bel giorno, quando capisci che le cose non stanno andando come avresti voluto, cerchi di comunicare il tuo dolore, di comunicare il tuo dispiacere per l’andazzo generale, per la piega che stanno prendendo le cose, e, in qualche maniera, cerchi di coinvolgere, cerchi di far capire quanto, per te, sia importante salvare i sentimenti, salvare l’amore, salvare storie bellissime che possono cambiare la vita. Ma a cosa serve quando nessuno ti ascolta?
A cosa serve raccontare il tuo dispiacere ed il tuo dolore quando provi la sensazione di parlare con un muro? A cosa serve raccontare e far capire quanto, per te, possa essere importante se ti ritrovi a buttare via le parole, che nessuno raccoglie più, che sembrano non arrivare, che sembrano nemmeno essere recepite? Ma soprattutto, perché, ad un certo momento, ci si sorprende se una persona tira i famigerati “remi in barca” di fronte al vuoto che per troppo tempo c’è stato?
Ed ecco che così, d’improvviso, senti di nuovo il sordo rumore del lasciare andare: cominci a pensare a te, e, in qualche maniera, ti fai una ragione del fatto che non possa esserci un finale differente, e piano piano capisci che la tua vita va vissuta, va vissuta appieno ed intensamente, perché le giornate che sprechi, le emozioni che non provi, i luoghi che non visiti, le esperienze che non vivi, non solo non torneranno mai più indietro, ma nessuno te le renderà mai più uguali. E questo, probabilmente, è il più grosso peccato che si possa commettere!
Insomma: a cosa serve parlare ed implorare di salvare l’amore quando le tue parole se ne vanno via insieme al vento?