Il Giomba intervista Sasà Salvaggio

 

Giorno 20 Settembre ho intervistato telefonicamente Sasà Salvaggio, il noto cabarettista e attore palermitano che mi ha raccontato un pò di lui e della sua storia, trovando un pò di spazio da dedicarmi nonostante i tanti impegni artistici. Davvero una persona simpatica, che non smetterò mai di ringraziarmi, che mi ha subito messo a mio agio pregandomi di dargli del tu! Buona lettura!

– Ciao Sasà, e anzitutto grazie di aver trovato un po di tempo da dedicare a questa intervista: di te sappiamo molte cose. Sei papà, sei attore, sei marito. Insomma: qual’è il lato di te che preferisci tra tutto ciò che sei?
Guarda, assolutamente tutto ciò che sono: non ho una “specifica”! Sasà che vedi in TV è quello che è nella realtà, senza nessuna differenza.

– Cominciamo parlando un pò di te: chi è “Sasà”, l’uomo che c’è dietro l’artista?
Come ti dicevo prima, la differenza tra l’artista e l’uomo è veramente pochissima: sono esattamente come mi vedi in TV! Non mi “trasformo” e sono sempre me stesso, quindi direi che non c’è grande differenza!

– Ti va di raccontarci come sei nato artisticamente?
Dal punto di vista televisivo, il mio primo grande successo è stato “Non è la RAI, non è Canale 5, ma allora chi schifìu è?“, che è stato il mio primo debutto assoluto in televisione che, tra l’altro, ho autoprodotto: pensa che all’inizio lo facevamo per divertimento. Per quel che riguarda il teatro, nel 1994, il mio primo grosso successo è stato al teatro “Metropolitan” a Palermo dove, nonostante fossi uno sconosciuto, riempivo un teatro da 1000 posti! Davvero una grande soddisfazione!

– Che ricordi hai della sua infanzia? Com’eri da piccolo ?
Ero esattamente così, solo avevo più capelli! Ero un ragazzino sempre allegro, simpatico, con la voglia di vivere e divertirsi. Per fortuna sono riuscito ad ottenere ciò che volevo facendo diventare il mio lavoro ciò che erano le mie passioni.

– Alla luce (anche) dei tragici eventi di questi giorni, come spiegheresti tu, da papà, ad un bambino, la realtà di oggi, con  le tante notizie che sentiamo al telegiornale ogni giorno?
Guarda, per fortuna i miei figli sono ancora piccoli quindi è meglio non spiegarglielo, anche perchè potrebbero non capire: personalmente, spero in un futuro migliore così che possano crescere in una società migliore. La società di oggi non è brutta, ma di certo ha perso tutti i suoi valori. Purtroppo, ci sono cose che non si possono fermare ma, di certo, si possono cambiare. Purtroppo, la pazzia dell’uomo è difficile da cambiare: Kant diceva “ognuno abbia il coraggio di sfruttare la propria intelligenza“. Se ognuno di noi sfruttasse la propria intelligenza, sarebbe di certo un mondo migliore ma, purtroppo, non tutti siamo uguali!

– Dall’esperienza scaturita dalla tua carriera di cabarettista, è difficile far sorridere la gente?
Fortunatamente, non per me, ma capisco che, oggi, è più facile far piangere che far ridere. Fortunatamente, ho un forte impatto con il pubblico: appena la gente mi guarda dice “Sasà!” e si fa una risata! Per me è una cosa importantissima quando la gente mi racconta che, grazie a me, passa una serata serena e queste sono grandissime soddisfazioni, sia per il comico che per l’uomo. Far sorridere, oggi, è più una missione che un lavoro!

– Ti ha reso famoso il tuo “HUA”: di certo te l’avranno chiesto in tanti, ma dicci: com’è nato ?
E’ nato guardando i gruppi folkloristici siciliani, che quando ballano fanno “Tatataratatà UEEEE!“: da questo “uè”, visto che c’era l’esigenza di dare la linea alla regia quando conducevo “Sgrilla la Notizia“, nacque un “Ua” semplice, ma mi accorsi che non “concludeva”, così nacque l’ “HUA” con l’acca aspirata. Sono state tre lettere che hanno avuto un grande successo, perchè è simpatico e divertente e, proprio grazie al mio “HUA”, si sono aperte le porte di “Striscia la Notizia”.

– Infatti è diventato un tormentone: è stato anche inserito in una canzone del Carnevale di Sciacca, “Sa si si susìu Sasà”
Esatto, ma oltre quello pensa che Celentano lo ha messo in un disco (“C’è sempre un motivo”, N.d.Giomba)

– Quali insegnamenti trai dal contatto con il pubblico? Cosa ti trasmette il pubblico? Quali sensazioni provi quando sei sul palcoscenico?
Quando sono sul palco sono “io”: mi piace trasmettere tutto nei miei spettacoli. Non lascio niente al caso: anche nel linguaggio, ad esempio, affinchè possa trasmettere qualcosa attraverso le parole. Considera che da anni faccio il lavoro di “sponsorizzazione” della “Sicilianità perbene” (“Siciliani brava gente” N.d.Giomba), visto che siamo classificati da sempre come un pugno di delinquenti e di nullafacenti. Tento di reclamizzare il lato migliore, che sicuramente esiste, dei Siciliani attraverso l’umorismo. E questo è molto importante perchè quando finisco lo spettacolo i siciliani mi vengono a ringraziare per le belle parole: all’estero, poi, l’affetto è “spaventoso”. La gente capisce che è uno spettacolo in cui c’è cultura, lavoro, quasi nessuna parolaccia: i Siciliani hanno un grandissimo spessore culturale ed è giusto che, prima o poi, esca.

Siamo delle persone per bene con una grandissima tradizione culturale.

– Una cosa che spesso il pubblico si chiede è: come fa un artista a conciliare il proprio lavoro con i propri affetti? E’ difficile essere padre ed artista contemporaneamente?
Assolutamente no: volere è potere. Il mio lavoro mi permette di stare molto vicino ai miei bambini: alle volte parto per una settimana e non li vedo ma quando sono qui sto sempre con loro. Il problema non è tanto la quantita quanto la qualità del tempo che dedichi ai figli, perciò è importante che quando ci sei ci sei davvero!

– C’è un’esperienza particolare legata al tuo lavoro che ricorderai per sempre?
La cosa che mi ricorderò è stato il momento in cui mi hanno comunicato che avrei condotto “Striscia la Notizia”: è stata una “botta” in pi
ena notte fortissima a livello emozionale. Il fatto di sapere che, improvvisamente, avrei condotto la trasmissione più importante d’Italia non è cosa da poco. Questo è stato sicuramente un momento importantissimo che non dimenticherò mai!

– Cosa significa, oggi, essere un’artista?
E’ un lavoro come tanti altri, almeno per me: la TV è un lavoro come tanti altri, e se un domani la TV sparisse non starei li a piangere “sugli allori” ma sarei pronto a ripartire con altro, tranquillo, testa sulle spalle e piedi a terra. Per me è “un lavoro”, e quindi lo affronto con grande serenità.

– Hai gia tanti anni di esperienza sulle spalle: che consiglio daresti ad un giovane che vuole intraprendere la carriera dello spettacolo?
Guarda, è un mestieraccio: per fare questo mestiere, oggi, ci vuole o il talento o “i calci in culo”. Il problema è che oggi c’è solo gente raccomandata: la TV sta facendo un “calo” enorme a livello culturale e, di certo, non consiglierei mai a mio figlio di fare questo mestiere.

– Mi hai dato il “gancio”: stavo proprio per chiederti cosa ne pensi dei giovani che intendono “sfondare” partecipando ai reality show!
Considera che io ne ho rifiutati tanti: lo potresti anche fare, perchè in fondo è il tuo mestiere, ma dipende sempre cosa fai e chi sei, ma, secondo me, la TV oggi è troppo inflazionata. Con il Digitale Terrestre, tra due anni, ci saranno grandi cambiamenti: aspettiamo e vediamo cosa succede. Speriamo che sia RAI che Mediaset tentino una TV maggiormente “di qualità” che “di quantità”. C’è la necessità di crescere a livello culturale perchè la TV crea dei miti che miti non sono assolutamente, e ce ne accorgiamo in famiglia, quando chiedi ai tuoi figli “cosa vuoi fare” e loro ti rispondono “voglio fare la Velina e fidanzarmi con un calciatore”, e non ti dice, ad esempio, “voglio fare l’Avvocato, il Magistrato o la Psicologa”. Direi che c’è davvero da rivedere la società!

– Se ti venisse proposta la partecipazione ad un reality, accetteresti ?
Me ne hanno già proposti tre e li ho rifiutati tutti e tre: però posso darti una piccola anteprima. Posso dirti che me ne hanno proposto uno davvero importante ma, al momento, ne stiamo soltanto “chiacchierando”. Non so se vi parteciperò!

– Quindi non c’è “pericolo” di vederti prossimamente sull'”Isola” insieme a Malgioglio!
Non lo so: di certo Malgioglio non ci sarà (anche perchè ha già partecipato sia all’Isola dei Famosi Italiana che a quella Spagnola, N.d.Giomba), ma anche se lo dovessi fare porterei sempre la mia storia, perchè ognuno è sempre se stesso ovunque. E’ chiaro che se dovessi fare un reality del genere non andrei di certo ne a litigarmi ne a sparare “cazzate” come hanno fatto tutti gli altri. E’ inutile che ti dica “no” a priori: magari mi offrono una cifra enorme ed è giusto che vada, visto che è il mio mestiere!

– Com’è il tuo rapporto con Dio?
E’ sereno: sono poco praticamente ma molto credente. Sono una persona molto razionale, tant’è che mi chiamano “San Tommaso” ma sono certo che c’è qualcosa sopra di noi. C’è qualcuno che ci guida e dobbiamo crederci ma, a prescindere dal fatto di credere o non credere, gli insegnamenti del Vangelo e della Bibbia sono vere e proprie “lezioni di vita” talmente importanti che tutti dovremmo crederci, a prescindere dal nostro credo.

– Siamo quasi in conclusione: dove ti vedremo prossimamente e quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Per ora stiamo facendo una bellissima trasmissione a Catania, ad Etnapolis, “Stasera si ride”: la prima puntata ha avuto dati di ascolto con punte di 7/8 % di share, che sono dei numeri davvero stratosferici. Dopodichè, da Domenica 20 Settembre sono su Rai Due a “Quelli che il calcio”, con i collegamenti da Palermo, mercoledì prossimo sarò a San Vito lo Capo per il “Cous Cous Fest”… Insomma: malgrado la crisi, per fortuna, sono in pieno lavoro!

– In conclusione, ringraziandoti ancora per la tua disponibilità, ti chiedo un saluto per i nostri amici !

10 Commenti

  1. Che dire, mi stupisci sempre più e mi complimento con te caro Daniele (Giomba)per l’inventiva, le domande poste, la leggerezza conferita alle parole che rendono scorrevole la lettura, insomma 7+

    Bravo e poi ancora bravo!

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