Avete mai fatto caso a come la bontà possa essere considerata – e probabilmente è considerata da sempre – un’arma a doppio taglio?
La bontà: un’arma a doppio taglio. Io la penso così: parlo della bontà della gente, bontà d’animo, di spirito, di cuore, che spesso diventa una sorta di boomerang nei confronti di chi la pratica, o di chi, per indole o temperamento, è una persona buona e mite.
La troppa bontà, spesso, viene scambiata per debolezza o per “essere fessi”, e così la persona buona si espone a cattiverie e sofferenza, sicuramente ben più di tanta altra marmaglia senza alcuno scrupolo: la persona buona soffre e si sottopone a successivi processi di dolore interiore e subito dagli altri, che proprio tramite quella bontà trovano strada aperta per fare male a viso aperto. Una sofferenza che, se non si riesce a gestire nella maniera corretta, può realmente distruggere una persona, specie se non si mette nelle personali condizioni di saper reagire e saper “parare il colpo”.
Ricordate, però, che la bontà è un’arma a doppio taglio: stessero ben attenti coloro che sfruttano la bontà altrui per ferire un povero cuore buono. L’ira delle persone buone è quanto di più catastrofico possa esistere: ho visto persone buone diventare esseri irriconoscibili, trasformarsi totalmente dopo aver perso la pazienza, per poi tornare, nella loro mitezza, a coltivare il bene per se stessi e per gli altri, forse perché il segreto delle persone buone è esattamente questo, non imparare mai la lezione e non smettere mai di essere persone dal grande cuore, dal cuore trasparente, dalla vita colorata.
Le persone buone, anche se sono state uccise più e più volte, non smettono mai di coltivare quella stella del bene verso se stesso, l’amore verso gli altri, l’empatia ed un sorriso: puoi tentare di ammazzare più volte una persona buona, ma lei no, non soccomberà. Sarà sempre pronta a tenderti la mano. Un’altra volta. Almeno finché non lo farai davvero incazzare!