Le parole diventano silenzio

Le parole diventano silenzio

Le parole diventano silenzio, e la sola cosa che resta dentro è quello che non c’è, quello che distrugge, quello che lascia solo aridità…

Le parole diventano silenzio, e dentro resta solo un enorme vuoto…

È un attimo, succede improvvisamente: di colpo, le parole diventano silenzio. Tutto d’un tratto, il silenzio diventa parte integrante di mille discorsi che se ne vanno, che lasci perdere, che lasci andare.

Ad un certo momento, ti rendi conto che non ne vale la pena: semplicemente ti stanchi e lasci andare tutto quello che non viene capito, che non viene recepito. E così lasci perdere, eviti di spiegare ancora, cerchi di farti capire ma le persone preferiscono voltarsi dall’altra parte, è più che capire ti ritrovi – per l’ennesima volta – a parlare da solo, a parlare con te stesso senza che nessuno comprenda tutto il dolore che hai dentro, le tue paure, tutta la disperazione che urli e di cui nessuno si rende conto. Alla fine ti rendi conto che parli soltanto con te stesso perché nessuno ti ascolta: cerchi di far comprendere quanto tu stia soffrendo, ma le persone hanno sempre altro da pensare, guardano oltre, e i loro banali intenti se ne vanno via come il vento che sta soffiando sulle finestre, come lo scirocco che fa sbattere le persiane, come quelle masse d’aria che agitano le foglie e le spazzano via formando piccoli cicloni, proprio come quei cicloni che hai dentro, proprio come le foglie morte che sono rimaste lì, a terra, anonime.

La sola cosa che senti dentro una brutta sensazione di aridità, di vuoto, di delusione, di grande malessere interiore che nessuno riesce a comprendere, e che forse, tu, non riesci del tutto a spiegare. Tutto quello stare male, tutta quella sofferenza che nessuno vede, di cui nessuno si accorge, tutto quel sentirti così vuoto, non fa altro che rafforzare quella sensazione di malessere e sofferenza così invisibile, ma così maledettamente presente.

E alla fine i giorni passano sopra ad altri giorni, l’alba diventa tramonto e tu rimani fermo, mentre il mondo ti corre accanto troppo velocemente. E non c’è più tempo di comprendere, e non c’è più tempo di capire: c’è solo quella triste sensazione di vuoto che non riesci più a spiegare.

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