Le semplici parole, a volte, non riescono a descrivere il dolore che senti...

Le semplici parole, a volte, non riescono a descrivere il dolore che senti

Le semplici parole, a volte, non riescono a descrivere il dolore che senti… Il dolore è talmente grande e profondo che è impossibile da raccontare…

Le semplici parole, a volte, non riescono a descrivere il dolore che senti… Perché quel dolore fa troppo, troppo male…

Ci sono momenti in cui le parole non riescono a descrivere il dolore immenso che sento dentro: cerco di andare avanti, a volte mi redo conto di quanta forza ho e quanta gente, intorno a me, riesca a sostenermi, forse anche perché me lo merito, spero di si… Ma ci sono delle volte in cui sprofondo nel dolore e nel silenzio di tutto quel vuoto che sento, di tutta quella maledetta sensazione di incompletezza che mi porto addosso: cerchi di trovare modi di reagire, di distrarti, di andare avanti in qualsiasi modo, ma senti addosso tutto quel dolore e quel silenzio, come un macigno da trascinarti sulle spalle insieme a mille consapevolezze, insieme alle lacrime che piangi, che non si fermano, che ti rigano il viso, che cadono in terra e si rapprendono sul pavimento lasciandone il segno…

Ci sono giornate e momenti in cui cerchi appigli e ti ritrovi solo in mezzo alla gente che nemmeno capisce, che nemmeno comprende, che nemmeno riesce a vedere il tuo stesso dolore: ti ritrovi inerte, a cercare di guardare oltre tutto e tutti, a cercare di guardare al tuo passato cercando, davvero, di buttartelo alle spalle, ma alle volte il peso dei ricordi ti distrugge e ti frantuma in mille pezzi, e vorresti impazzire e correre ad urlare, a squarciagola, il tuo dolore, la tua sofferenza che le persone neppure vedono, e ti senti esplodere, e senti che hai bisogno di decomprimere, e allora piangi, piangi ancora, piangi più forte, singhiozzi, bagni la scrivania e i pantaloni, senti i muscoli tendersi e farti male, senti mancarti il respiro, il petto chiuso, la morsa del dolore e della sofferenza che ti prende al centro esatto del diaframma… E in preda alla disperazione, scendi in strada, in mezzo al freddo, alle strade deserte illuminate soltanto dalle insegne a led, senza una mano da potere stringere, senza una voce, un viso da accarezzare, senza capelli da potere toccare, e occhi da guardare per sentirti bene, per sentirti sereno, per sentire che il tuo domani ha tutto un altro sapore. Disperato e senza speranze, torni a casa, e ti perdi nel vuoto, nel silenzio, nel tuo dolore, e quel vuoto, quel freddo che senti dentro non riesce a passare, non riesce ad andare via, non riesce a staccarsi da te: tutto il peso del dolore arriva come una valanga su di te, non ti da scampo, e vorresti soltanto abbracciare ancora chi, adesso, ti manca, ma devi renderti conto che quella persona ha deciso di distruggere la tua vita, di farsene fuori senza nessun dramma e senza pensare al tuo dolore o al male che avrebbe potuto farti lasciandoti andare via così.

Non rimane più niente di tutto quel bene, di tutto quell’amore. Vai avanti in mezzo a questo dolore fluido, come sabbie mobili, e cerchi di aspettare che qualcosa cambi. Ma il cuore non sente ragioni, e genera la sofferenza di un filo spezzato violentemente.

E’ un dolore che le semplici parole, purtroppo, non riescono davvero a descrivere…

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