Macerie di ricordi

Macerie di ricordi

Macerie di ricordi: rimane poco e nulla di tutto quel bel sentimento. Come frammenti di macerie ancora troppo cariche di ogni singolo ricordo.

Da tanto tempo, ormai, sento in me le macerie di tutto quello che è rimasto: macerie di sentimenti, di cuore, di ricordi, di progetti fatti insieme e distrutti senza un briciolo di dolore. Eppure, io quel dolore lo sento, vivo e presente: il tempo scorre, il tempo va via a poco a poco, ma tutta quella sofferenza rimane vivida, presente, con il suo maledetto carico di sensazioni, di ricordi, di sofferenza a cui cerchi di non dare retta, mentre ti trascini in giro per il mondo a portare avanti la tua vita, che tanto che cazzo gliene può fregare alle persone che ti hanno fatto del male del modo in cui ti senti proprio per colpa della loro spietatezza…

Bisognerebbe essere forti abbastanza da non permettere che una persona scelga per due, e, se lo fa, da impedire che questo orienti in qualche modo la nostra vita, ma… Provateci voi: provateci voi ad amare realmente una persona che ti spaccherà il cuore a mille pezzi sotto i suoi piedi e poi non sentire ne dolore ne ricordi che fanno sentire la loro presenza, provateci… La gente crede che io me la prenda con una determinata persona, che io cerchi di mettere qualcuno in cattiva luce, ma non ha capito che io me ne frego altamente e categoricamente di mettere in cattiva luce alcuna persona: anzitutto, se la gente ha tutto sto tempo di stare a pensare e farsi mille film mentali su cose che non esistono, o ha la coda di paglia o ha una vita talmente tanto vuota da stare a perdere il proprio tempo appresso a ste cose… A seguire, non ho tempo di mettere in cattiva luce le persone. Come dico sempre, non soltanto non devo spiegazioni a nessuno, ma non devo nemmeno stare li a ricordare che io scrivo e lo faccio per me stesso: scrivere mi permette di buttare su un foglio virtuale tutto il dolore che sento dentro e sembra volermi fare esplodere, e non potrei rinunciare a sfogarmi scrivendo, quasi come forma terapeutica.

Si da il caso, poi, che ciò che scrivo venga apprezzato da milioni di persone ogni giorno, visto che, come dice il mio stesso account di Instagram, solo questo mese ho raggiunto un milione e mezzo di account, ma questo è soltanto secondario. Io non scrivo ne per i like, ne per essere un influencer ne per tutto questo: scrivo per me stesso, scrivo per il dolore che mi porto dentro, scrivo per tutto quel dolore che mi distrugge e che mi è stato scagliato addosso, davvero, senza nessuna remora. Ognuno pensi quello che desidera, non me ne frega niente: mi aspetterei di sentirmi dire che “faccio la vittima”, quando sono stato io a subire il dolore da distruggermi, io a subire un male da spaccarsi in mille pezzi, e anche se me lo sentissi dire me ne fregherei ugualmente.

Io sono esattamente la persona che scrive, ne più ne meno: non ho bisogno di maschere, di artifici grafici, di ostentazione, di esteriorità da sbattere in faccia quasi come a sentirsi più forti! Non ho bisogno di dare un’immagine falsa e fasulla di me: chi scrive è la persona che vive quegli stessi dolori, e chi vive quei dolori sono io, perché la sofferenza non è vergogna se soffri perché hai subito la cattiveria della gente. Personalmente, non sono in fuga da niente e da nessuno, men che meno da me stesso, ed è proprio per questo motivo che non ho bisogno di indossare una maschera pubblica, per mostrarmi forte, invincibile, motivato, per poi riporre la maschera e fare uscire il vero me, quello distrutto e pieno di crepe. Non ho bisogno di tutto questo, perché non ho bisogno di falsità ed ipocrisia: sono un personaggio pubblico da ormai venti anni, e non ho mai indossato nessuna maschera. Sono sempre stato me stesso e mi va bene così!

Allo stesso modo, non ho bisogno di cercare il consenso a tutti i costi: non mi serve avere la “claque”, perché in venti anni ho saputo raggiungere tanta gente, oltre venti milioni di persone, sommando i dati di Blog e tutti i miei Social, e ho raggiunto queste persone solamente grazie a ME STESSO. Sono sempre rimasto la stessa persona, con i suoi pregi, difetti – che ho, e mi va benissimo così! – ma essendo, soprattutto, sempre e rigorosamente ME, senza mai indossare una maschera, senza mai indossare orpelli di nessun tipo, senza mai dovermi nascondere dietro una maschera da personaggio pubblico o da mega star.

Se sto male, io lo dico. Se sto bene, lo dico: se alla gente piace che sia così, bene, altrimenti ha sempre la possibilità di guardare altrove. Scrivo perché mi fa stare bene, creo reel visualizzati da MILIONI di persone non perché cerchi l’audience, come fanno certuni che venderebbero un rene per un like in più, e si mettono ad inventare stupide storielle fatte di coincidenze e sbadataggini, quando sai bene che sono azioni architettate ad arte, come, d’altronde, la totalità della vita di questa gente, programmata al millimetro in ogni azione, fasulla e falsa perché fatta solo di eterea e distorta apparenza! No: io mi esprimo attraverso le parole, attraverso la musica, attraverso i video, attraverso le arti visive, i filmati, la fotografia. E’ il modo più potente che conosca e quello più efficace, secondo quelle che sono le mie capacità, per cercare di giungere a tanta gente e far comprendere il senso di questo dolore così forte, così presente, così pressante, così distruttivo. Questo è proprio il dolore di chiunque ami davvero, di chiunque soffra per via del suo cuore grande e dei suoi grandi sentimenti, e me ne frego se la gente possa pensare che io possa passare da vittima, perché si: io ho subito tutto quel male, io ho subito tutta quella sofferenza inimmaginabile per una persona come me.

La verità è che chi, come me, ha sentimenti veri, progetti veri, concreti, e desidera portarli avanti, semplicemente fa paura, e fa paura perché sa esattamente quello che vuole e come lo vuole: io voglio accanto una donna che sappia amarmi, che sappia tenermi, che abbia paura di perdermi, che non abbia paura di avere una famiglia con me, un futuro insieme, che non veda l’ora di sposarmi, che non aspetti altro che io torni da una giornata di lavoro per abbracciarmi e stringermi forte, perché è esattamente tutto quello che mi aspetto da un rapporto! E mi sono rotto. Si. Mi sono rotto: sono stanco di trovare sul mio cammino gente che non fa altro che spaccarmi il cuore, gente che indossa una maschera e che, con il passare del tempo, esce fuori allo scoperto! Sono stanco di gente che vive di etereo, di apparenza e di illusione, così come mi sono stancato di chi vive con una maschera appiccicata sulla faccia mostrandosi per quello che non è realmente. No, basta.

Dovrà giungere quel preciso momento in cui mi rialzerò, in cui non sentirò più niente, in cui mi renderò conto che valgo migliaia di volte di più rispetto a chi mi ha fatto del male senza nessuna pietà. Per ora non riesco a capacitarmene, accecato dal dolore interiore ed esteriore, accecato dal male che la sofferenza mi sta facendo, dal sonno che ho perso ormai da mesi mentre altri vivono meravigliosi sonni tra gli allori dell’illusione, incoscienti del male fatto o, più semplicemente, strafottenti anche solo di aver distrutto una persona lasciandola in mezzo alla sofferenza. Per ora non ci riesco, e va bene così, ma mi dovrà pure passare, che ci vogliano giorni, mesi oppure anni. E c’è qualcosa che mi da ancora un minimo di speranza, scolorita e stropicciata: il fatto che, in questi mesi, tante persone, tante ragazze, tante donne abbiano detto di me tante cose belle, e mi abbiano trovato interessante, ma, soprattutto, che abbiano trovato interessante il mio cuore.

E forse, adesso capisco perché tante di loro continuano a ripetermi: “ti sei sprecato in questi mesi”. All’inizio credevo fosse soltanto una frase detta per il proverbiale “rotto della cuffia“, detta solo per amicizia o per adulazione, ma adesso mi rendo conto di moltissime cose, compresa la mole di persone che ho intorno, che mi è accanto, probabilmente, per tutto quello che io stesso ho saputo – spero – costruire nel corso del tempo e degli anni, semplicemente restando sempre quello che sono, senza ostentare, senza inventarmi o spacciarmi per quello che non sono. Ho dato il mio cuore a persone che si sono rivelate non averne uno, a persone davvero spietate, e rifarei tutto quello che ho fatto, a dirla tutta: al momento sto soffrendo la distruzione dei progetti che avevo, il bene che ho investito, tutto quel sentimento grande che era in me, e lo sto soffrendo soltanto io perché, forse, ero quello che ci ha messo più cuore, e credo che questa sia una tra le riprove più palesi in assoluto. Ma mi rialzerò, in una maniera o in un’altra: quando lo farò, forse mi renderò conto di quanto cuore io abbia sprecato per chi non sa nemmeno cosa sia un cuore e come sia fatto. E chissà che, nel frattempo, le cose non cambino.

Non so cosa ne sarà di me e del mio dolore, di me e del mio cuore, di me e dei miei sentimenti per l’ennesima volta distrutti dalla stessa gente che provava vergogna per chi, in passato, ha fatto le medesime cose: forse resterò ancora a piangere, forse dimenticare sarà difficile, ma ancora una volta posso dire, posso URLARE che IO HO UN CUORE. Tu, palesemente, no. E non c’è maschera che tenga: chi è cattivo, prima o poi, esce sempre fuori per quello che è. Non dimenticatelo mai.

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