Mi sono accorto che non hai mai davvero tenuto a me

Mi sono accorto che non hai mai davvero tenuto a me

Mi sono accorto che non hai mai davvero tenuto a me: fa male rendersene conto, fa male pensarci, fa male averne la consapevolezza. Fa male.

Mi sono accorto che non hai mai davvero tenuto a me. E credimi, è una cosa che fa male…

Mi sono accorto che non hai mai davvero tenuto a me, e me ne sono accorto quando mi sono reso conto della facilità estrema con cui mi hai liquidato, della facilità con cui pretendi di esserti fatta ragione, nella fuga, nel blocco dei Social, nel silenzio insensato dietro cui trincerarsi per dimostrare, così stupidamente, la propria superiorità. No: ti sbagli e di grosso. Nel tuo totale “delirio di onnipotenza”, non ti rendi affatto conto che sei, davvero, l’unica persona che ne esce sconfitta: quella che tu chiami vittoria su te stessa, vittoria sugli altri, quello che ora ti rende forte, in realtà, è solamente lo specchio dell’illusione che vivi giorno dopo giorno. Eppure – cretino io – quando le persone a me care, quando i miei amici, quando chi mi vuole bene mi faceva notare il tuo comportamento, io ripetevo che non era possibile, che parlavano “per il rotto della cuffia”… Strano che, alla fine, avessero ragione!

Può anche essere stato divertente avermi fatto del male in maniera così stupida, cattiva, insensata, e forse lo hai trovato anche simile ad una sorta di rivincita, quasi come a voler dimostrare che sei tu che decidi della vita degli altri, che sei tu a decidere il loro star bene, il loro star male, il loro soffrire: beata tu che riesci a vivere di questa eterna illusione, non rendendoti neanche conto di tutti i tuoi sbagli, di tutti i tuoi errori e mancanze. Perché si: solo chi non tiene a te riesce a vivere serenamente un finale così brutto e – davvero – codardo: in fondo, non trovo neanche molto maturo farsi “ragione” attraverso l’abbandono. Sai cosa mi ricorda? Mi ricorda tanto quei bambini che giocano a pallone e, quando vedono che stanno perdendo, si riprendono la palla e se ne vanno, come per dire: “decido io le regole del gioco, e decido io quando è finita, e se sto perdendo allora mi ritaglio la vittoria ad ogni costo, anche il più meschino”. Sinceramente lo trovo davvero di pessimo gusto, ma, al netto di tutti i ragionamenti etici e morali di cui mi frega – credimi – veramente poco, ritengo un vero obbrobrio dire di amarti e non dimostrarlo, dire di tenere ad una persona e abbandonarlo, dire di voler sempre aggiustare e sparire senza neanche un confronto o il coraggio di guardarsi negli occhi.

E se per te questo significa avere vinto, credimi: della vita non hai proprio capito un cazzo!

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