Non sto più zitto!

Non sto più zitto

Non sto più zitto! Basta: quando per troppo tempo ti hanno impedito di dire le cose per come stanno davvero, nessuno può più farti stare in silenzio!

Non sto più zitto: su questo, davvero, non ci sono dubbi!

Quando la vita ti costringe a stare zitto per troppo tempo, quando le persone, le cose che vivi, l’esperienza, ti costringono al silenzio, arrivi ad un certo punto in cui decidi – coscientemente – di non mollare più stare zitto! Sì, lo so che questo mi rende talvolta fastidioso per qualcuno, o più di qualcuno, che vorrebbero soltanto circondarsi di meravigliosa è stupenda illusione, ma io la vita, l’esperienza, le persone, ciò che vedo, ciò che sento, ciò che ascolto, li chiamo sempre per nome e cognome, ovvero, esattamente, per ciò che sono.

Sono stato zitto per fin troppo tempo, osservando in silenzio il “potere” di coloro che si definivano “intoccabili”, proprio come quella mia compagna di classe che era solita copiare durante i compiti, estraendo dal portacolori un bigliettino pieno di tutti gli appunti possibili ed immaginabili, tra il silenzio generale anche di quei docenti che avrebbero dovuto sorvegliare sul corretto svolgimento delle prove… Eh, ma cosa vuoi: mica ti puoi mettere contro la figlia della rappresentante di classe, con i genitori “potenti”, mega direttori delle alte sfere, suvvia!
Ovviamente, guai a farlo notare ai docenti: non dovevi permetterti, altrimenti sarebbe stata addirittura “colpa tua”, che accusavi la compagna di classe “di cose che mai si sognerebbe di fare” (mentre le veniva dato tutto il tempo di strappare gli appunti a mille pezzi così da dimostrare la sua totale innocenza. Ma smettetela…) Però me le ricordo bene le lacrime di chi aveva, onestamente, studiato per quel che poteva e non riusciva ad andare oltre il quattro e mezzo, e i meravigliosi nove e dieci del personaggio in questione…

Ricordo benissimo anche la rappresaglia che questa persona organizzò contro un docente “reo” di non aver voluto stare all’interno di questo gioco perverso: quando quell’insegnante di religione si accorse del metodo utilizzato dal personaggio in questione durante le prove in classe, non perse tempo ad annullarle il compito con tanto di meraviglioso “2” che riportava equità all’interno di quello schifo in cui tutti preferivano non vedere. Evidentemente, la signorina non poté digerire la “lesa maestà”, ed iniziò ogni sorta di possibile invettiva contro quel povero docente, “reo” di aver soltanto riportato giustizia in mezzo a quella vergogna.

Ed io dovrei stare zitto? Ed io dovrei fare finta di niente? MA COL CAZZO! Finché avrò voce io URLERÒ TUTTO IL MIO SDEGNO VERSO SIMILI SCHIFEZZE, e per quanto io possa diventare antipatico, continuerò a preferire la bruttezza della verità piuttosto che la bellezza della bugia.

No, io non sto più zitto. E su questo non cambierò mai idea.

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