Perché c'è il vuoto nel nostro profondo?

Perché c'è il vuoto nel nostro profondo

Perché c’è il vuoto nel nostro profondo? Me lo domando spesso, tantissime volte, soprattutto quando resto solo e rimango in compagnia di me stesso…

Perché c’è il vuoto nel nostro profondo? I silenzi, talvolta, danno troppe risposte…

A volte mi domando perché nel nostro profondo, nel nostro intimo più profondo, alberghi il vuoto, alberghino silenzi che, certe volte, non sappiamo spiegarci: cerchiamo il nostro completamento negli altri, nel lavoro, nella vita, nelle giornate, ma poi arriva la notte e ti guardi intorno, ti guardi accanto, ti guardi ai lati, e non c’è niente, e non vedi nulla, niente che il buio, il vuoto, il rumore di auto lontane e di pensieri così tristemente vicini…

Resta l’eco, dentro, di tutto quello che hai vissuto e che ti ha cambiato per sempre, irrimediabilmente, e non farsi cambiare, riuscire a fare in modo che le cicatrici ed il male non ti cambino del tutto, purtroppo, è veramente difficile, è sempre più complicato, come i giorni che passano, come il tempo che scorre mentre resti nella gabbia delle tue giornate e del tuo tempo.
Una mattina ti svegli, e ti domandi, un giorno, cosa resterebbe di te: cosa rimarrà di tutto quello che hai fatto, di tutte quelle cose che hai realizzato, di tutto quel tempo trascorso a raccontare e raccontarsi? Di tutte quelle emozioni una sull’altra, una dopo l’altra, che rimarrà?

Ed ecco che quel vuoto nel profondo, quel silenzio che senti dentro, certe volte, nel cuore della notte, quando sei da solo, quando sei da solo con te stesso, quando devi fare i conti con il tuo vivere, torna, torna irrimediabilmente, torna irreparabilmente, e ti rispecchi e ti getti dentro quel vuoto, in cui cerchi parole, in cui cerchi comprensione, in cui cerchi, alla fine, il vuoto in mezzo allo stesso vuoto.

Resta questa notte a darti compagnia, una volta di più. Restano tanti silenzi dentro cui rispecchiarsi, come i sassi gettati sulla riva del lago, come le mattine trascorse a pescare, come l’alba sulla spiaggia a cercare di ritrovarti, nel vuoto e nel silenzio di spazi così enormi e distanti in cui nemmeno tu riesci a vedere più lontano di così.

Resti tu dentro quel vuoto. E dentro quello stesso silenzio.

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