Il potere può diventare deleterio, specie quando viene concentrato nelle mani di pochi che lo amministrano male…
Il buon Andreotti, in una sua celebre massima, recitava che “il potere logora chi non ce l’ha”.
Ora, aldilà del fatto che ciò possa o non possa essere vero, esistono casi di specie in cui il potere è concentrato nelle mani di poche persone, che lo amministrano male e senza controllo alcuno, specie ricordando che, il più delle volte, nessuno controlla il controllore.
Sono casi specifici in cui ci si può ritrovare, ad esempio, all’interno di una piccola azienda, oppure in particolari realtà del Sociale, in cui tutto viene calcolato e gestito da pochi: ho avuto più volte modo, nella mia vita, di osservare dinamiche spesso “totalitarie”, in cui pochi decidono per molti e senza condizione di appello.
Si tratta, in spessi casi, di veri episodi che arrivano a rasentare il mobbing o la mortificazione, come quei tipici casi in cui i datori di lavoro – proprio perché insigniti di un potere riservato a pochi – dicono ai loro dipendenti “o così o te ne vai”, facendo leva – appunto – sui bisogni della povera gente, che, pur di portare a casa un pezzo di pane, si ritrova a lavorare in condizioni capestro, accettando ritmi impossibili, paghe misere e nessun diritto a lamentarsi, perché “o così o te ne vai”.
Ciò accade, mi ripeto, perché il potere e tanto e riservato nelle mani di pochi: una più equa organizzazione di tale potere, una più equa razionalizzazione delle risorse, verosimilmente, andrebbe ad eliminare il problema alla radice, eliminando, di fatto, gli eccessi di potere specie quando è racchiuso nelle mani di pochi, che, di fatto, ebbri, verosimilmente, da tutto quel dominio che si ritrovano a gestire, si sentono padroni di dettare legge, sapendo che ci sarà sempre qualcuno, purtroppo, costretto a sottostare.
E’ la “schiavitù 2.0”, dove se ti ribelli non prendi scudisciate… Ma muori ugualmente di fame!