Quel brutto senso di inerzia

Quel brutto senso di inerzia

Quel brutto senso di inerzia, quel senso di spinta ed automatismo che ti fa vivere senza più quel “quid”, quel qualcosa in più…

Quel brutto senso di inerzia, quella vuotezza che senza non lasciare spazio ad altro…

A volte, credo sia capitato a tutti di sperimentare quel bruttissimo senso di “inerzia”: io lo chiamo così. E’ quel senso di vivere quasi automatico, di vivere giornaliero che va avanti quasi come se qualcuno ti spingesse da dietro, come la spinta che si da sull’altalena. Vivi perché devi andare avanti, vivi perché devi fare quelle cose, ma le fai, ormai, in maniera praticamente robotizzata. Ecco: credo sia una sensazione che, come dicevo, tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella vita, e non è mai piacevole vivere questo tipo di vita, questo tipo di giornate che vanno avanti così, in questa specie di forma automatizzata, standardizzata, come se ci fosse un algoritmo – o meglio, una intelligenza artificiale, visto che, per ora, va così tanto di moda! – che ha già programmato per te quello che devi fare, come se queste informazioni fossero tutte su un microchip interno che sembriamo avere per vivere quelle istruzioni già scritte e programmate!

Sono momenti strani della vita, ma capita di vivere così, proprio come se fossimo spinti dal movimento inerziale dell’andare avanti, del camminare quasi senza forze e pensieri, ma soltanto con questo andare avanti forzato, preprogrammato che sembra volerci dire in che modo vivere, in che maniera andare avanti, in che modo fare e non fare, come se esulasse dal nostro volere, dal nostro perché, dalla nostra libera scelta. Mi è capitato spesso, davvero, di provare questa strana sensazione, e tutte le volte resto come inebetito nel viverla, nel rendermi conto del tempo che passa silenzioso circondato dal volere altrui, in cui ti ritrovi ad essere una specie di pacco in consegna, messo di qua, messo di la, quasi come se non avessi più il volere dell’arbitrio. Quel senso di inerzia, probabilmente, è solo la risultanza di chi ha perso la voglia di lottare contro i mulini al vento, contro chi non ha mai imparato ne mai imparerà e fa sempre gli stessi, medesimi errori.

Ad un certo momento, ti lasci andare all’inerzia: un mio vecchio amico Blogger diceva che “è inutile parlare senza capirsi”, e mai come adesso mi rendo conto di quanto avesse ragione!

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