Rialzati da solo.

Rialzati da solo

Rialzati da solo, perché se non lo fai tu nessuno lo farà al posto tuo: sopporta il dolore della valanga di tristezza, ma poi rialzati ancora una volta!

Rialzati da solo. Non ci sono altre scuse: fallo.

Nella mia vita sono caduto moltissime volte, e, spesse volte, sono caduto perché altri mi hanno spinto, attraverso l’abbandono, attraverso i sensi di colpa (che, guarda caso, poi si scoprivano essere fasulli e soltanto utili a mascherare le reali colpe di chi te li scagliava contro!), attraverso la cattiveria, attraverso tante cose brutte che ho dovuto passare e subire. Sono rimasto solo nella malattia, sono rimasto solo in momenti davvero tragici e difficili per la mia persona e per il mio vissuto, e so solo e soltanto io cosa si provi e cosa si senta quando ti ritrovi a dover combattere contro una valanga che ti sta travolgendo e sei irrimediabilmente solo, e non sai che cosa fare se non lasciarti travolgere, oppure rialzarti – anche se sei del tutto frantumato – e cercare di provare quel dolore, di sentirlo addosso e resistere, passarci nel mezzo, nonostante ti venga scagliato addosso con tutta la forza possibile.

E’ una sensazione che ho provato moltissime volte, e ho ben chiara e presente nella mia mente la sensazione di restare soli, la sensazione del mondo che, fuori, si diverte, balla, scherza, ride, e tu da solo, ad osservare in silenzio tutta quella gente, nel vuoto della solitudine a cui ti hanno relegato con la volontà di farti del male. Lo so, ho provato moltissime volte quella sensazione, e non è mai stato bello ne piacevole. So cosa si sente, so cosa si prova, e le parole non riescono a descrivere la forza che ci vuole per rialzarsi quando sei travolto da quella maledetta valanga di dolore e di dispiacere, da quella solitudine e quel silenzio che ti arriva addosso e non ti lascia scampo neppure per respirare.

Vieni travolto da quella valanga di immane dolore, e non ti resta niente tranne che sentire addosso il dolore e il vuoto, il silenzio e il male che fa. Lo so, e quelle sensazioni le sento precise, le sento immensamente addosso vive e vitali, come se fossero vedere, come se fossero ciò che, a conti fatti, sono. Rialzarsi fa male, sanguini di dolore e dispiacere, del vuoto che ti è rimasto dentro e del ritrovarti solo, ancora una volta, a dovere trovare il modo di rialzarti e attraversare quel tunnel di dolore dove si corre velocissimo, e non hai ne il casco ne la cintura da potere indossare, non ci sono. Sei soltanto li, a doverti tenere con le unghie in mezzo a tutto quel dolore.

Conosco bene quella sensazione. L’ho provata fin troppe volte nella mia vita.

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