Sei stata tu a distruggere un amore che poteva, davvero, essere per sempre...

Sei stata tu a distruggere un amore che poteva, davvero, essere per sempre

Sei stata tu a distruggere un amore che poteva, davvero, essere per sempre… Impossibile non rendersene conto con il tempo che passa…

Sei stata tu a distruggere un amore che poteva, davvero, essere per sempre… E non te ne rendi neppure conto…

Torni, maledettamente. Talvolta ritorni e non c’è niente che si possa fare. Esisti, continui ad esistere mentre io mi trascino lungo l’esistenza di questa vita che mi prende a calci, che cerca di farmi ancora più male, che cerca di ferirmi e spaccarmi a mille pezzi. Ma tu, maledettamente, esisti e ritorni. Il passare dei mesi mi fa comprendere che quell’amore che tu hai distrutto, poteva davvero essere per sempre: rileggere adesso le tue parole, rileggere adesso quelle stupide promesse che hai fatto senza cuore, mi fa piangere dal dolore. Mi distrugge dentro l’idea di quanto amore io t’abbia inutilmente dato se tu non sei nemmeno riuscita a mantenere quelle promesse, a lavorare per far si che potessimo esistere per sempre.

Dicono che le colpe si hanno in due, ma che colpe ho avuto io? Quella di non aver voluto sottostare alle tue pretese assurde? Tu dettavi la legge, e tutto dovevano seguire il tuo volere, e se soltanto una persona si permetteva di dire che quella determinata cosa non andava bene o non era rispettosa nei propri confronti, scattava subito una sorta di punizione. Le tue parole le ricordo molto bene: “io ho sempre fatto così e si fa così. Se ti sta bene così ottimo, altrimenti non ci vediamo”. E per andare d’accordo con te, avrei dovuto accettare vere e proprie assurdità anche soltanto a raccontarle, testimoniate da quei messaggi che, adesso, bruciano peggio dei tizzoni ardenti sulla pelle: dovevo accettare il tuo volere, perché il mio non serviva mai, non valeva mai, non era mai preso in considerazione. Si doveva fare, per forza, come dicevi tu, e non hai mai voluto sentire ragioni, anche soltanto una. Niente: non te ne è importato mai nulla. Ma al mio cuore ci hai pensato? Hai pensato al bene che avevo per te? Hai mai pensato a tutto quell’amore che volevo donarti e che, per te, è stato soltanto carta straccia per farne coriandoli, proprio come hai fatto per il mio cuore? Che cosa te ne è mai fottuto, in fondo: valeva soltanto il tuo volere, e chi ha deciso di ribellarsi ad un volere così, è stato fatto fuori, per colpa della tua cocciutaggine e di quel maledetto egoismo che ti contraddistingue.

Ma la vita, credimi, non funziona in questa maniera: arriverà un istante in cui ti renderai conto che avermi fatto fuori dalla tua vita, alla fine, è stato semplice. In fondo, io chi ero? Soltanto una persona che voleva amarti e stringerti la mano finché avesse avuto vita e forza per difenderti ed amarti. Alla fine, ero soltanto uno che provava il più puro e meraviglioso dei sentimenti per te. Arriverà un giorno, però, in cui ti renderai conto che la vita, la fuori, non è fatta dalle tue regole, ma da quelle che ti impongono gli altri. E credimi: in quel preciso momento, il tuo valere non varrà nulla. I tuoi capricci, le tue minacce, il tuo fare fuori chi non si piega ai tuoi ordini, non varrà nulla tranne che una sonora risata. E sarà in quel preciso istante che inizierai a renderti conto di aver ucciso il più puro e grande sentimento che mai avresti potuto vivere: e sarà allora che ti guarderai allo specchio, e vedrai la parte più spietata ed oscura di te. Quella parte che non hai mai visto, che non hai mai voluto vedere.

Quella parte che ci ha distrutto, per sempre.

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